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“Natura Sicula Onlus” denuncia la costruzione del resort ad Ognina a Siracusa

Stamane ci è pervenuta la denuncia da parte del Presidente dell’Associazione “Natura Sicula Onlus” Fabio Morreale relativamente alla massiccia colata di cemento prevista per la costruzione del resort ad Ognina.

Siracusa, 4 settembre 2015. Un resort, un campo da golf, una scuola di cucina. Stamane ci è pervenuto il monito lanciato dall’Associazione naturalistica e culturale “Natura Sicula Onlus”, che mette in discussione il progetto di villaggio turistico a Ognina, in quanto viola tutte le norme di salvaguardia dell’area e priva i cittadini del mare, del panorama e della godibilità dell’ultimo scorcio di costa libera da costruzioni. A quanto pare le due spiagge a nord e a sud della Torre quattrocentesca diventeranno private.

“L’intervento edificatorio è previsto su oltre il 90% dell’area. È chiaramente una operazione di speculazione edilizia in un’area in cui, secondo il Piano Paesaggistico Provinciale, vige il vincolo di inedificabilità assoluta. Con una richiesta di variante al Piano Regolatore Generale, mirano a costruire numerosissime abitazioni residenziali a partire dai 150 m dal mare, con l’intento di venderle ai vari soggetti golfistici soci del club. Pretendono di traslare verso l’interno la
strada che unisce Ognina a Fontane Bianche, perché la vista sul mare venga tolta ai siracusani e data in esclusiva ai clienti del resort”, ha chiosato il presidente dell’associazione Fabio Morreale.

Ed infatti martedì prossimo il Comune ha convocato, su istanza della “Siracusa Sun LLD”, Soprintendenza, Genio Civile, Capitaneria di Porto, A.S.P., la società che gestisce le acque e i vari responsabili degli uffici comunali coinvolti.
Sarà una conferenza dei servizi istruttoria volta a esaminare la variante al P.R.G. proposta dalla società.

“Non siamo contrari a questo resort costiero, ma a tutti. Li facciano nell’entroterra, come sta avvenendo a Palazzolo, a Villa Bibbia. Le pochissime coste libere vanno difese dal cemento, al Plemmirio come a Ognina, ai Piliceddi come a Terrauzza. La città ha già sacrificato abbastanza col polo industriale e le costruzioni abusive. Non possiamo permetterci di donare quel poco che è rimasto ai colonizzatori di turno. Ne vale la nostra identità culturale, la nostra storia, la nostra qualità di vita”, ha concluso Morreale.

 

Corrado Tardonato

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