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Sul crollo del viadotto Scorciavacche crollato dopo soli 6 giorni dall’inaugurazione l’ira del Governo. Renzi: “il responsabile pagherà!”

La Procura della Repubblica di Termini Imerese ha ordinato il sequestro negli uffici dell’Anas della documentazione dell’appalto per il viadotto Scorciavacche sulla statale 121 Palermo-Agrigento e del tratto di accesso crollato pochi giorni dopo l’inaugurazione. Il provvedimento è stato deciso dal procuratore Alfredo Morvillo e dal sostituto Francesco Gualtieri. I magistrati incontreranno nel pomeriggio alcuni consulenti che si apprestano a nominare per risalire alle cause del crollo. Solo dopo saranno decise le operazioni tecniche da eseguire. Se si tratterà di atti “non ripetibili” saranno individuate le persone da iscrivere nel registro degli indagati come adempimento tecnico dovuto in questa fase iniziale dell’inchiesta. L’area interessata al crollo e il viadotto Scorciavacche erano stati già sequestrati.

Ass. consumatori contro vertici Anas – “L’Anas, rifugio di pensionati eccellenti, dispensatore di clientele e di laute prebende, deve essere urgentemente azzerato a cominciare dal presidente Pietro Ciucci”. Lo chiedono in una nota, rivolgendosi al premier Renzi, Adusbef e Federconsumatori, aggiungendo che “in nessun paese ‘normale’, può accadere che un viadotto inaugurato in pompa magna la vigilia di Natale, possa cedere a Capodanno, senza che i suoi vertici vengano dimissionati con urgenza ed inquisiti”. “Non serve a nessuno – proseguono le due associazioni – l’indagine interna promessa dall’Anas del presidente Ciucci, il quale il giorno dell’inaugurazione del viadotto costato 13 milioni di euro su un tratto di circa 34 chilometri, dalle numerose opere per un costo complessivo di oltre 295 milioni di euro, i cui lavori, partiti nel giugno 2013, dovrebbero essere completati entro il 2016, aveva sottolineato con orgoglio che il cronoprogramma era stato rispettato, ‘anche con l’anticipo di qualche tappa’ e aveva aggiunto che ‘il tratto aperto è uno dei più impegnativi dal punto di vista della realizzazione’.” “Non basta più promettere punizioni esemplari – conclude la nota – bisogna agire per smascherare le vaste contiguità e le commistioni di affari ed interessi di potenti cricche che agiscono contro l’interesse generale, il bene comune e si arricchiscono a danno della collettività, per evitare che in futuro possano essere premiati gli autori degli scempi e delle confraternite che hanno devastato l’Italia: chi sono i collaudatori di quel viadotto, miseramente crollato dopo una settimana, per fortuna senza conseguenze mortali?”.

Fatto e crollato. In sei giorni un’opera stradale in Sicilia ha battuto due record: l’anticipo di tre mesi sulla consegna dei lavori (avvenuta il 23 dicembre anziché nel marzo successivo come prevedeva il contratto) e la chiusura per crollo, poco dopo, di un pezzo di quella stessa opera, un chilometro di asfalto che comprende due viadotti della Palermo-Agrigento, arteria che mantiene il non invidiabile primato di arteria più pericolosa dell’Isola. I nomi dei due viadotti che fanno parte dell’asse in questione sono Scorciavacche 1 e Scorciavacche 2, che in dialetto sta a significare scuoia vacche, e si trovano all’altezza di Mezzojuso, nel Palermitano. Per quanto il tratto di strada sia stato chiuso alle prime avvisaglie di cedimento, come sostengono l’Anas e l’impresa che ha eseguito i lavori (la Bolognetta scpa, un raggruppamento che ha come capofila la Cmc di Ravenna), quanto accaduto non rassicura certo gli automobilisti. Lo scorso 7 luglio, nell’Agrigentino, il ponte Petrusa, sulla statale 626 Ravanusa-Licata, crollò per un cedimento strutturale mentre transitavano tre auto.

Miracolosamente quattro persone, tra le quali una donna incinta, se la cavarono con lievi ferite. La procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta, l’Anas farà un’indagine interna e annuncia azioni legali nei confronti dell’impresa, mentre il presidente del consiglio, Matteo Renzi, prima con un tweet e poi su facebook assicura che “è finito il tempo degli errori che non hanno mai un padre. Pagheranno tutto” e afferma di aver chiesto all’Anas i nomi dei responsabili. Gli fa eco il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il quale aggiunge che si tratta di “un fatto inaudito e inaccettabile”. Il tratto interessato al crollo, che secondo Anas e costruttore è all’attaccatura del viadotto, rientra nel progetto su un tratto di circa 34 chilometri, che prevede numerose opere per un costo complessivo di oltre 295 milioni di euro. I lavori, partiti nel giugno 2013, dovrebbero essere completati entro il 2016. Il costo per realizzare il pezzo consegnato dieci giorni fa ammonta a 13 milioni. Il presidente dell’Anas Pietro Ciucci, il giorno dell’inaugurazione, aveva sottolineato con orgoglio che il cronoprogramma era stato rispettato, “anche con l’anticipo di qualche tappa” e aveva aggiunto che “il tratto aperto è uno dei più impegnativi dal punto di vista della realizzazione”.

fonte: Ansa

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