Provincia di SiracusaSiracusa

Roberto Fai ancora protagonista del dibattito sull’Inda: “Il commissariamento certifica l’incapacità di Garozzo”

Siracusa (26/10/2016) –  Il collegio Siciliano di Filosofia, ancora una volta, protagonista del dibattito sulla Fondazione Inda. Torna, infatti, in campo il professor Roberto Fai, che stigmatizza la richiesta di commissariamento avanzata dal sindaco di Siracusa, Giauìiancarlo Garozzo, il quale, “…ha così certificato la propria incapacità di gestione…” Questo il testo del suo intervento:

“Chiusa con il consueto successo di pubblico anche la stagione 2016 delle Rappresentazioni classiche al teatro greco – analoghe esperienze di gestione commissariale (lusinghiera anche quella del dr. Alessandro Giacchetti, che toccava l’apice in occasione del centenario) non potevano che confermare la consolidata “macchina organizzativa” dell’Inda, senza per questo voler sminuire le competenze e la guida dell’attuale Commissario, ing. Francesco Pinelli –, sembra sia calato il sipario sul “nodo” da cui era scaturita, nel febbraio scorso, la decisione del Ministro dei Beni culturali di “commissariare” ancora una volta l’Inda: vale a dire, la modifica dello statuto. E’ come se la città – le sue Istituzioni, i suoi rappresentanti, le forze culturali – dovesse restare estranea al confronto sul destino della sua storica e più prestigiosa Istituzione culturale. Forse alcune ragioni di questo “interdetto” rimandano alla stessa dinamica da cui è nata l’attuale gestione commissariale. Come noto, ad inizio del 2016, il sindaco Garozzo (insediatosi a legittimo Presidente dell’Inda, già sul finire del 2014), in seguito a dissapori e incomprensioni che avevano investito la fase della sua stessa gestione dell’Inda, con scelte e motivazioni davvero surreali si rivolgeva direttamente allo stesso Ministro – “occorre modificare lo statuto, per cui è preferibile sciogliere il C.d.A. e nominare un Commissario all’Inda” –, ponendo così fine al suo stesso ruolo di Presidente. Era inevitabile che ciò prestasse il fianco agli stessi ambienti ministeriali, dando la sensazione che, sottratta già l’Inda a una precedente gestione commissariale (i due anni di Giacchetti), se il legittimo Presidente della più prestigiosa e più simbolica Istituzione culturale del Sud Italia (il Sindaco della città) si dichiarava incapace di esercitare il suo ruolo di direzione e coordinamento della Fondazione, ciò non poteva che facilitare l’orientamento, negli ambienti ministeriali, secondo cui il percorso di riforma dello statuto e di composizione del nuovo organo di direzione dell’Inda dovesse essere curato e svolto direttamente in sede romana. C’è da augurarsi che non sia questa la ragione dell’assopimento o del silenzio che sembra avvolgere il tema del nuovo statuto dell’Inda. Ciò costituirebbe una ferita, un “vulnus” che la città non può accettare. Se abbiamo apprezzato nei mesi scorsi la nomina di illustri studiosi e personalità della cultura – Luciano Canfora, Roberto Andò e l’ex ministro Massimo Bray – a consulenti della Fondazione per un rilancio strategico delle attività scientifico-culturali dell’Inda, è indubbio che il confronto per la riscrittura del nuovo statuto, inevitabilmente intrecciato alla composizione del nuovo Cons. di Amministrazione dell’Inda, non possa che vedere al centro la città e le sue rappresentanze istituzionali e culturali. C’è da augurarsi che questa esigenza venga colta innanzitutto dal Commissario Pinelli, oltre che dalle principali espressioni istituzionali e politiche della città.

                                                                                                        Roberto Fai

                                                                                       Collegio siciliano di filosofia

 

 

 

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