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Affari d’oro nei Cimiteri – Mentre a Catania il Comune vende due volte lo stesso loculo, a Verona il Sindaco Tosi della Lega, pensa di realizzare un cimitero a grattacielo di 110 metri.

Dalla vita alla morte. Dalla terra al cielo. Mentre a Verona il Sindaco Tosi della Lega pensa di fare affari realizzando il primo cimitero al mondo in verticale, facendo costruire un grattacielo di trentatré piani: per un totale di 2.676 cappelle e 21.412 loculi, cui vanno aggiunti quelli per i più poveri: 1.920 e 576 cinerari al piano secondo. All’ultimo piano è prevista la chiesa con vista su questo mondo e sull’altro. Ci sarebbero poi uffici, le caffetterie per i parenti in visita, i bookshop per non annoiarsi e fare lo shopping e 15 mila metri quadrati di Museo della Morte. Un Centro Commerciale per l’al di la. Centodieci metri di altezza che lo farebbe diventare un Faro della morte, l’edificio più’ alto di Verona. Un’opera non facile da “ammirare”; ma, soprattutto, da visitare. Una nuova speculazione per portare soldi nelle casse del Comune e di qualcun altro. E se a Verona si pensa in grande, a Catania si fa quel che si può’. Capita così che gli uffici del Comune che gestiscono i servizi cimiteriali, vendano lo stesso loculo alle famiglie di due morti diversi. Apriti cielo! Anzi no. Apriti tomba. Si perché in tal caso il primo morto collocato nel loculo per primo e dovuto sloggiare per far posto all’altro morto a cui era stato assegnato dall’ufficio lo stesso loculo. Una vicenda kafkiana che sa di crudele beffa però. Disseppellire il proprio padre un anno dopo per un errore di assegnazione non è roba da poco. Sa dell’assurdo. E invece pare che a Catania non capiti così di rado. Lo scorso venerdì, un dipendente comunale, Giuseppe Reitano, ha provato a colpire con un coltello due cittadini che lamentavano un errore nell’assegnazione di un loculo. Il Sindaco Bianco ne ha chiesto il licenziamento. Ma la vicenda assume altri connotati. Non è la prima volta, infatti, che vengono chiesti ai familiari dei defunti già’ seppelliti la “restituzione” di loculi. Alessandro F., a esempio, ha perso il padre nel settembre 2013, ha pagato 1.100 euro per tumularlo in uno dei loculi venduti dal Comune ma il 19 marzo, festa del papà, il Comune ha chiesto di levare la salma perché era già stata assegnata ad altri. Un’istanza recapitata alla madre di Alessandro che contiene una “revoca in autotelaio di concessione di cella colombari a, con estumulazione della salma, su richiesta dell’assegnataria precedente del loculo”. L’istanza è firmata dal dirigente del servizio, avvocato Marco Petino. Indispettita la signora ha fatto ricorso: ” capisco la signora che ha acquistato il loculo prima di noi, ma l’errore e del Comune che ha venduto la tomba due volte”. Il ricorso però non ha avuto l’effetto sperato perché lo scorso 6 novembre con una determina del nuovo dirigente, Fabrizio D’Emilio, è stato intimato di “lasciare libera la tomba”. Storie incredibili che però si sommano in altri posti. I Comuni per far cassa non trascurano neanche i morti e così si allargano e si privatizzano i cimiteri.
Gabriele Battaglia

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