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NOTO, INCONTRO SULL’OSPEDALE TRA FATTI PASSATI E FUTURO

Tre ore di dibattito intenso, tre ore dentro il salone del Convitto Ragusa dove doveva essere resa nota “Tutta la verità” sul futuro del Trigona ed il piano di rifunzionalizzazione della Sanità e nello specifico dei servizi ospedalieri per la zona sud del territorio aretuseo. In realtà in pochi erano lì per conoscere i fatti e come si è arrivati ad essi, molti di più coloro i quali hanno partecipato, prendendo anche la parola per attaccare l’Amministrazione senza prestare attenzione alcuna alle risposte date ai loro quesiti. Partiamo dall’inizio. Intanto il momento aperto al pubblico voleva essere, come spiegato in prima battuta dal Sindaco Corrado Bonfanti, una risposta al manifesto apparso in Città che, firmato da quattro movimenti politici, accusava il Sindaco di aver sottoscritto la fine con chiusura annessa del nosocomio di Noto. Invitati a partecipare il Sindaco di Avola, Luca Cannata e il Direttore Generale dell’Asp 8 Salvatore Brugaletta, e subito proprio i firmatari del manifesto per illustrarne le ragioni. Si alzavano un pò tutti, compreso il tono delle proprie voci, ma nessuno che sapesse scendere nei particolari delle accuse rivolte, salvo poi farlo in un secondo momento. Così inizia la cronistoria dei due ospedali oggetto di manovre assolutamente politiche, così come specificato da atti e fatti risalenti in 2002, 2009 e infine 2010, quando nella lunga “notte della trasformazione del decreto” si sancì, con un inatteso cambio di rotta, il trasloco dei reparti ad Avola. La bagarre che ne coseguì spinse la politica in maniera bipartizan ad una scriteriata mancata assunzione di responsabilità con il trasferimento della decisione ad uno organo tecnico (Agenas) almeno sulla carta. I ben attenti non dimenticano che all’interno dell’Agenas era nominato, in rappresentanza del Comune di Noto, il dottor Adamo, ( cosa riferita proprio nel corso del dibattito di ieri),  protagonista lo stesso Adamo di uno degli attacchi più feroci, e che quindi sembra disconoscere il risultato di un organo di cui lo stesso faceva parte. Agenas che irrimediabilmente decise le sorti dei due presidi che oggi, come affermato dai due Sindaci, si prova con strenua volontà a riorganizzare con criteri che non danneggino entrambe le strutture. Ed ecco l’intervento chiarificatore del dottor Brugaletta che parla di un autentico salvataggio in Sicilia degli ospedali piccoli, a fronte di altre regioni dove invece sono stati chiusi, e delle prospettive. Tra gli interventi volti a puntualizzare alcuni aspetti che restano quanto meno dubbi sono la motivazioni che vogliono una riorganizzazione che preveda traserimenti di reparti, quelli di Noto, perfettamente funzionanti, ad Avola oppure i motivi del cambio di bando per la sanità privata prima su base europea ed ora, invece, su quella provinciale. Ma il tutto alla fine, a spiegazioni rese, è ruotato da una parte, l’accusa, di mancanza di presa di posizione politica ( addirittura chiedendo le dimissioni del Sindaco ), dall’altra, la difesa, di prospettive che invece garantiscono un’offerta di alta qualità per l’intera zona sud con i due ospedali riuniti, acuti ad Avola, riabilitazione, lungodegenza e sanità privata accreditata a Noto.

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