Siracusa – Non c’è più. Il ponte dei Calafatari e’ stato demolito. Rimossa stamani l’ultima delle otto travi in calcestruzzo. Ortigia rimane con due ponti.

Stamani, prima della fine dell’anno, contrariamente a quanto si pensava qualche giorno addietro, l’ultima trave  in ferro e calcestruzzo delle otto che lo componevano e’ stata rimossa dalla potente gru è adagiata, dopo essere ridotta in pezzi,  sul camion dell’impresa che sta effettuando i lavori. Ortigia rimane così nuovamente con due ponti: lo storico  Ponte Umberto e il Ponte  “Gobbo” o S. Lucia, voluto dall’amministrazione Bufardeci per congiungere , in entrata verso l’isola, Via Malta a Corso Umberto. Una scelta costruttiva motivata dal fatto di rendere, in caso di calamita come un terremoto, più’ sicura l’evacuazione degli abitanti di Ortigia. Ora, invece, il secondo ponte, quello dei Calafatari, non c’è più. E le polemiche montano. Ci sono voluti poco più di centomila euro per farlo sparire ma quanti ne sono serviti e ne occorrerebbero  di soldi pubblici per edificarne un terzo, a suo tempo necessario ? Perché’ questa scelta così repentina realizzata in poco tempo e senza un vero confronto pubblico, con una modesta trattazione persino in Consiglio Comunale. E poi, perché’ proprio a pochi mesi dall’apertura del grande albergo delle Poste, il Marriot, al quale qualcuno ha abbinato l’operazione di smantellamento del ponte come voluta dai proprietari del 5 stelle per avere un’area bonificata dal traffico veicolare e da riqualificare con parcheggi, area verde e sbarcadero: servizi più funzionali per la struttura ricettiva che mira a una clientela particolare. Di fatto un’opera che prima era un valido sfogo all’uscita dei mezzi dall’isola di Ortiigia, ora non c’è più.  E non sono sufficienti le spiegazioni dell’assessore comunale ai lavori pubblici Gianluca Rossitto che ha motivato la demolizione del ponte col fatto che Ortigia ha meno residenti e due ponti sono sufficienti. Ma Ortigia non è legata ai flussi turistici ? Al rilancio delle strutture turistiche ricettive e della ristorazione  che necessitano, invece, di una buona mobilità pubblica e privata ? Si sono moltiplicati i B&B e le pizzerie, oltre alla presenza di tante Istituzioni pubbliche, dalla Prefettura di Piazza Archimede allo stesso Comune di Palazzo Vermexio in Piazza Duomo, dove fra l’altro c’è anche la sede della arcivescovado e della Soprintendeza; dalla Camera di Commercio alla ex Provincia. Per non dire dei Musei, dei Palazzi nobiliari, dei siti culturali e archeologici presenti, dei grandi alberghi e ristoranti e le tante botteghe artigianali e attività commerciali. Luoghi che registrano notevoli flussi di cittadini, turisti, rappresentanti e dipendenti delle istituzioni. Fatti che avrebbero dovuto, invece, portare a un’agevolazione  della mobilità in entrata e uscita. A meno che non è stata prevista una nuova allocazione per questi soggetti nel nuovo albergo a 5 stelle.

Andrea Bologna

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