CronacaProvincia di SiracusaSiracusa

Siracusa: La polizia arresta 3 persone autori della rapina alla gioielleria Piccione avvenuta nel 2016

Avevano rapinato, nel 2016, la nota gioielleria Piccione a Siracusa, questa mattina gli agenti di polizia in servizio alla Squadra Mobile di Siracusa hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari, emesse dal Gip presso il Tribunale di Siracusa ai danni di Shajla Tringali siracusana di 24 anni, Andrea Caniglia di Scordia di 31 anni e Antonino Mauro di 23 anni siracusano.

I 3 sono accusati di essere gli autori della rapina avvenuta il 4 novembre 2016 ai danni della gioielleria.

Quel giorno Caniglia e Tringali si erano finti una coppia in cerca di un anello con diamante. Mentre il gioielliere era distratto dai clienti, due soggetti erano entrati nel negozio armati di una pistola ed a volto travisato. Uno di loro, dopo aver picchiato il gioielliere con calci e pugni ed averlo colpito altresì con il calcio della pistola, aveva puntato l’arma nei confronti della vittima, costringendo Puccione a consegnargli i gioielli che aveva prelevato dalla cassaforte per mostrarli ai clienti, per un valore pari a circa 74 mila euro, nonché il suo stesso telefono cellulare.

Durante la fuga, il titolare della gioielleria era riuscito ad afferrare il cappuccio della felpa indossata da uno dei due, scoprendo il volto del reo.

Le telecamere del sistema di videosorveglianza della gioielleria avevano immortalato i due soggetti ed uno di essi era stato ritenuto molto somigliante con le fattezze fisiche di Mauro.

Inoltre le analisi biologiche eseguite sul passamontagna utilizzato per la rapina avevano evidenziato la presenza del D.N.A.  una traccia minima compatibile con il DNA di Mauro Antonino. L’attività di indagine, sviluppatasi con intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre ad evidenziare un quadro indiziario di responsabilità anche a carico dei due avventori (Canaglia Andrea e Tringali Shajla), ha fatto emergere la paura di Maurodi essere scoperto e la piena confessione di uno degli indagati.

 

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