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(VIDEO) Sicilia, tagliati i treni a lunga percorrenza. Non siamo solo isolani, adesso siamo anche isolati!!

Chissà che disagi per il neo Capo dello Stato se volesse tornare a casa in treno! Potrebbe infatti scendere a Villa San Giovanni, attraversare autonomamente lo Stretto e poi riprendere il viaggio da Messina. Da qui, poi, altre trafile…  E sarebbe comunque fortunato, dato che dovrebbe arrivare “solo” a Palermo!! Immaginiamoci uno che deve andare in provincia di Agrigento!! Il viaggio della speranza!! Ma cosa è successo?

La Direzione Nazionale delle Ferrovie ha confermato il taglio dei treni a lunga percorrenza dalla Sicilia verso il resto del Paese a partire dal 15 giugno prossimo. Con l’entrata in vigore dell’orario estivo saranno, pertanto, soppressi tutti gli Intercity Giorno per Roma. I collegamenti a lunga percorrenza e la continuità territoriale saranno affidate a due soli treni notte per Roma. I collegamenti diurni Sicilia/Calabria saranno affidati al servizio di traghettamento a piedi, con notevoli disagi logistici per i passeggeri in transito, per i turisti e per i pendolari che si muovono quotidianamente per ragioni di lavoro o di studio. Insomma una situazione disastrosa per il sistema dei trasporti in Sicilia, già comunque (diciamocelo!) assai carente!! Non bastavano i disagi recati dai fatiscenti e malfunzionanti servizi di trasporto da un paese all’altro della Sicilia, adesso avremo enormi difficoltà anche ad uscire da questa tanto amata e odiata isola! Un percorso all’indietro iniziato già un po’ di tempo fa: negli ultimi anni sono state tagliate corse per un totale di oltre dieci milioni di euro. Dunque, mentre da una parte il governo regionale mette in atto tutta una serie di sistemi per incentivare il turismo e lo sviluppo della nostra terra, dall’altra a causa di questa scellerata decisione delle Ferrovie dello Stato, turismo e sviluppo fanno tremila passi indietro. E questo mentre, contemporaneamente, al nord Italia si incentivano le corse dei treni veloci e ormai la tratta Milano-Roma si percorre in poco più di due ore!

Pare che nell’assunzione di tale nefasta decisione abbia pesato la totale assenza di sovvenzioni statali per la continuità territoriale dei siciliani già dal 23 dicembre scorso. Una decisione che sembra andare avanti nonostante le proteste dei comitati pendolari siciliani, guidati dal Ciufer di Giacomo Fazio e alle innumerevoli dichiarazioni di dissenso da parte di diversi esponenti politici. In prima linea il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha subito inviato una nota  al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, con la quale chiede un incontro urgente per discutere di questa grave situazione.  “I tagli – sostiene il presidente –  penalizzano pesantemente le comunicazioni da e verso la Sicilia, danneggiando  fortemente il turismo. Per questa ragione è stato richiesto un incontro urgente  al Ministro dei Trasporti, per cercare di bloccare quest’ulteriore misura  penalizzante per lo sviluppo economico della Sicilia”.

Ribadisco – ha detto il deputato nazionale del PD Zappulla – che questa è una scelta gravissima e inaccettabile a danno dei cittadini e delle imprese siciliane che mette a chiaro rischio circa 1.000 posti di lavoro tra diretti e indotto. Costringere i passeggeri a raggiungere con mezzi propri Messina e traghettare autonomamente per Villa S. Giovanni è una vera e propria dichiarazione di chiusura delle ferrovie siciliane verso il resto dell’Italia. Uno scippo al diritto alla mobilità per i passeggeri e le merci, una decisione scellerata contro il diritto dei siciliani ad avere una sistema dei trasporti moderno, avanzato, integrato e intermodale. Giuste quindi le forti proteste e le denunzie di questi giorni avanzate dalle organizzazioni sindacali, dai comitati dei pendolari, da enti locali e singoli parlamentari”. Giusto ieri sera i parlamentari nazionali Fausto Raciti (Pd) e Gianpiero D’Alia (Udc) hanno rivolto un’interpellanza al ministro per i Trasporti e le Infrastrutture, firmata anche dai parlamentari nazionali siciliani democratici. “Il diritto alla continuità territoriale tra Sicilia e Italia continentale – scrivono nell’interpellanza – è garantito dalla Costituzione, ma il recente smantellamento di servizi ‘da’ e ‘per’ la Sicilia deciso da Trenitalia, di fatto lo cancella. Chiediamo quindi l’intervento del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: il processo decennale di disinvestimento che, dal 2005 ad oggi, ha visto diminuire i collegamenti giornalieri a lunga percorrenza da e per la Sicilia dal numero di 56 ai 4 previsti dal 15 giugno 2015, è inaccettabile”. Raciti e D’Alia chiedono dunque al mi‎nistro Lupi “quali investimenti si intende effettuare per potenziare il servizio di traghettamento veloce Reggio Calabria-Messina e Messina-Villa San Giovanni a carico del Gruppo FS Italiane, senza sopprimere le summenzionate corse diurne a lunga percorrenza”; ‎”quali interventi infrastrutturali saranno effettuati negli scali interessati per agevolare il passaggio treno/nave con supporto alla mobilità dei passeggeri” ed infine ‎”quali garanzie occupazionali questo piano di investimento fornisce ai 62 lavoratori del Gruppo FS Italiane impiegati nel suddetto servizio, ai precari trimestrali ed ai lavoratori dell’indotto”.

“Ritorno al futuro” recitava il titolo di un fortunato film degli anni ’90, che molti miei coetanei sicuramente ricordano. Ma a me adesso vien da dire “Ritorno al passato“! Una Sicilia senza libertà di muoversi è una Sicilia ferma, arretrata, morta. Una Sicilia che rende i suoi abitanti non solo isolani, ma sempre più isolati!

Ilaria Greco

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