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La Sicilia al voto: code, errori, caos. Regione con la più bassa affluenza. Plebiscito per il M5S

Palermo, 4 novembre 2018 – Alle 23 urne chiuse: la Sicilia ha scelto. Adesso si attendono i risultati che arriveranno, quelli definitivi, in tarda notte.

Nel frattempo, stando ai primi seggi scrutinati, l’isola rispecchia il dato nazionale: sembra infatti polarizzarsi lo scontro tra il centrodestra e il M5s Stelle.Un vero plebiscito per il movimento di  Grillo che è praticamente il primo partito.

Non rispecchia il dato nazionale, invece, la scarsa affluenza alle urne: secondo una stima non ancora definitiva (320 comuni su 390) nell’isola ha votato il 63,36% degli aventi diritto, dieci punti in meno della media nazionale e circa due punti in meno rispetto alle precedenti Politiche. Un dato in calo rispetto a quello nazionale che vede alle 23 un’affluenza che supera il 70 %. Un risultato tanto positivo quanto inaspettato che si allontana molto dalle ultime elezioni regionali e comunali che hanno visto percentuali di affluenza bassissime.

Ma, come dicevamo, la Sicilia è stata la regione con l’affluenza più bassa. La causa probabilmente i gli errori e i ritardi che si sono verificati in alcuni comuni fra cui Palermo. Dopo una notte in fibrillazione, in cui si è dovuto ristampare in fretta e furia 200 mila schede a causa di una errata perimetrazione dei seggi tra i due collegi del capoluogo, le urne sono state aperte in ritardo. Non si tratta affatto di un caso isolato: problemi analoghi risolti nella notte anche  a Roma e a Mantova dove però le operazioni di voto erano già partite regolarmente alle 7. Per cui già i primi elettori avevano iniziato a votare. E’ stato necessario, una volta scoperti gli errori, ricontattare gli elettori in questione per ripetere le operazioni di voto.

Code ai seggi e ritardi si sono registrati un po’ ovunque in Italia anche a causa del nuovo sistema elettorale del bollino antifrode, ovvero il talloncino apposto sulle schede per Camera e Senato che va rimosso e che ha richiesto a scrutatori e presidenti di seggio delle operazioni in più.

Stando alle prime proiezioni a livello nazionale il centrodestra è la prima coalizione: alla Camera è dato al 34,8% mentre al Senato al 35,5%. Il Movimento 5 Stelle è, invece, il primo partito con il 34,1% alla Camera e al 32,8% al Senato. Un vero e proprio trionfo definito subito “storico”. A piangere è Matteo Renzi che vede la coalizione di centrosinistra ferma al 22% alla Camera e al 22,7% al Senato. Liberi e Uguali, infine, non va oltre il 3,5%. Se confermati questi dati, dal voto non uscirebbe alcuna maggioranza in grado di governare il Paese.

Attendiamo i dati definitivi. Nell’attesa il quadro che ne sta uscendo non è certamente entusiasmante.

Ilaria Greco

 

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