La madre della tredicenne aggredita: voglio giustizia, vengano puniti i responsabili
di Sebi Roccaro
La madre della tredicenne aggredita: voglio giustizia, vengano puniti i responsabili. Una storia davvero surreale, quella di M., 13 anni, figlia di genitori senegalesi che abitano ad Avola e che nella serata di sabato hanno visto tornare a casa sotto shock la propria figlia, dopo essere stata pestata da alcune coetanee.
Sarebbe stata, oltre che picchiata, anche offesa la tredicenne: “si na niura” etc….
Abbiamo sentito la madre della ragazza che ha manifestato tanta preoccupazione per quanto accaduto: “mia figlia ha paura di uscire da casa ed inoltre prova vergogna. Ci siamo rivolti alla Polizia di Avola e abbiamo denunciato, chiediamo giustizia.”
”I nostri parenti – aggiunge la signora – ci chiedono di tornare in Senegal”.
La vergogna a cui si riferisce la madre è quella che prova la figlia, ad essere giudicata da una società senza ormai alcun riferimento, quando invece a vergognarsi dovremmo essere tutti noi, che rimaniamo a guardare rispetto a situazioni così gravi.
Queste le parole di una madre di tre figli, di cui due femmine M. e F, una donna perbene, tra l’altro ammalata di cuore e in attesa di trapianto, quindi dovrebbe astenersi da affaticamenti e ansie.
Immaginiamo lo stato d’animo. Quanto accaduto ad Avola, è inutile girarci attorno, non è la prima volta che accade. Ci siamo soffermati sul clima che in città si è respirato in questi anni, dopo una contrapposizione politica senza precedenti nella storia come anche l’associazione “Libera” sottolinea in un comunicato: Le classi dirigenti di ogni livello – scrive il comunicato – devono intervenire, modificando linguaggi, messaggi e azioni con cui dividono la società. Abbiamo bisogno di una società sana, inclusiva, non violenta.
Un messaggio che fa riflettere quello lanciato da “Libera”.
Avola cerca una pacificazione sociale che parta dalle istituzioni e dal loro linguaggio non sempre sereno e tranquillo, ma dettato da rancori e contrapposizioni non degne di una società civile.
Tante, troppe le contrapposizioni e le querele che negli anni hanno portato ad un clima di “paura” e non scherzo mica a utilizzare questo termine. Perchè di paura, chi non è suddito o militante, vive in questa città. La paura, addirittura, di esprimere la propria opinione. A questo hanno contribuito alcuni giornalisti pagati dalla politica. Che miseria.
La vicinanza di canale8news alla mamma e a M. che possa sempre andare a testa alta e non preoccuparsi del parere della gente, tanta gente è perbene e non ha alcun pregiudizio, grazie a Dio.