Avola: errori dell’Asp nella gestione dell’emergenza

Avola: errori dell’Asp nella gestione dell’emergenza

Dopo gli ultimi due casi di contagio all’Ospedale Umberto I di Siracusa che hanno riguardato un medico e un infermiere di Oncologia si pensa di riportare il reparto al Di Maria di Avola.

Avola: errori dell’Asp nella gestione dell’emergenza. E dato i rischi che si corrono all’Umberto I di Siracusa per il dilagare del contagio negli altri reparti.

Non si arrestano, intanto, le polemiche sulla gestione sanitaria legata all’emergenza Covid-19.

Sotto accusa la manifesta disorganizzazione da parte della direzione generale dell’Asp 8 nell’affrontare le urgenze.

Avola: errori dell’Asp nella gestione dell’emergenza.


E mentre la Cgil con il segretario provinciale Roberto
Aloisi chiede di chiudere subito anche il Pronto Soccorso del nosocomio siracusano e di avviare la sanificazione dei locali, rivolgendosi direttamente al Prefetto,

al Sindaco e alle forze dell’ordine perché il rischio ormai acclarato di diffusione incontrollato del contagio è intollerabile, stamani c’è stato proprio al Pronto Soccorso il sopralluogo dei tecnici del Covid Team regionale inviati a Siracusa dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza e del Sindaco,

Francesco Italia, per una verifica “in loco”.Gli esperti, componenti del Team, Cacopardo, Pomara e Murabito, hanno effettuato il controllo dei percorsi, con il personale della struttura, per separarli nettamente all’interno.

Tre le aree distinte individuate: quella per gli ordinari, per i “grigi” (quelli che hanno superato la fase di contagio ma devono rimanere in quarantena) e per i “positivi”.

I tre percorsi non saranno in alcun modo a contatto.

Altri provvedimenti sono in fase di adempimento per mettere tutti in sicurezza. Individuate altre strutture dedicate per pazienti “grigi” come la “Casa del Pellegrino”.

A tal punto, non si capisce perché queste scelte non siano state predisposte per tempo dalla direzione dell’Asp 8. In Sicilia e a Siracusa il contagio è partito con ben due settimane di ritardo rispetto alle regioni del Nord.

C’era tutto il tempo per acquisire esperienze virtuose e fare scelte sensate. Invece si è brancolato nel buio

e con lentezze inaccettabili, con conseguenze irreparabili.

Era necessario lasciare l’ospedale provinciale del capoluogo fuori dalla problematica Covid-19 per continuare ad assicurare l’assistenza ai malati e non compromettere la regolare funzionalità di tutti i reparti dell’Umberto I,

allestendo il centro di Pronto intervento e l’assistenza ai malati di coronavirus in un solo reparto dedicato e isolato dell’Ospedale Rizza dove ci sono gli spazi  interni ed esterni necessari.

Ora è direttamente il Covid Team e il Sindaco Italia a prendere in mano la situazione. Almeno a Siracusa.

Anche per questo, il primo cittadino ha assegnato un ruolo di primo piano all’ex primario di malattie infettive proprio dell’Umberto I,

il medico avolese Gaetano Scifo e al dottor Giudice, esperto in rischi sanitari. Gli esperti potranno avvalersi del Centro operativo Coc che ha uno strumento capace di geo-localizzare i soggetti in quarantena.

 

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