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Stretta sulle scommesse. Il sindaco Italia: “così lottiamo la diffusione del gioco patologico”

Contrastare il fenomeno della dipendenza dal gioco e soprattutto dalle scommesse sportive con una rimodulazione degli orari di apertura e soprattutto con prescrizioni relativamente l’ubicazione delle sale scommesse. Questa la ricetta del sindaco di Siracusa Francesco Italia che ha firmato un’ordinanza, assieme al dirigente del settore Attività produttive, Vincenzo Migliore.

Il provvedimento è entrato in vigore già lo scorso 13 agosto ed è rivolto alle attività già esistenti ed a quelle non ancora aperte.

Si rivolge ai proprietari di sale scommesse o di esercizi in cui si svolgono prevalentemente giochi che distribuiscono premi in denaro comprese le video lottery; sono escluse la sale biliardo e la sale bowling.

Dal 15 settembre al 15 giugno, dunque nel periodo scolastico, dal lunedì al  sabato, saranno aperte dalle 13 alle 3 del mattino successivo; le domeniche e i festivi, dalle 10 alle 3 del mattino. Nei restanti mesi dell’anno, tutti i giorni dalle 10 alle 3 del mattino, comprese le domeniche e i festivi. In questi stessi orari potranno funzionare le macchinette elettroniche collocate all’interno di esercizi pubblici destinati prioritariamente ad altre attività.

I trasgressori dell’ordinanza pagheranno multe che vanno da 100 a 500 euro.

“Quello del gioco patologico – spiega il sindaco Italia – è un fenomeno che non può lasciare indifferenti anche perché colpisce prevalentemente gli strati più deboli della popolazione. A livello nazionale, le stime prudenziali e gli studi epidemiologici ormai consolidati forniscono numeri pesanti: 200mila giocatori patologici e 800mila giocatori problematici, con perdite medie di 400 euro al mese ciascuno solo alle macchinette elettroniche. Allora stiamo provando di rendere più difficile a queste persone l’accesso ai giochi ma dobbiamo anche tentare a tenerne lontani i giovani e i soggetti  deboli che ne possono essere attirati. Ovviamente – conclude il sindaco Italia – non va colpita l’attività d’impresa, ma in questo senso le norme e la giurisprudenza, anche della Corte costituzionale, hanno introdotto strumenti chiari”.

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