Regione Formazione, lettera aperta degli operatori del settore
Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera degli operatori della formazione trasmessa alle massime autorità politiche nazionali e regionali
Egregie autorità politiche e giudiziarie, la lettera indirizzata alle SS.LL. è frutto dell’esasperazione degli ex lavoratori della formazione professionale Siciliana, i quali ormai da diversi anni sono stati licenziati da una cattiva gestione mafiosa, politico sindacale, del settore. A seguito dei licenziamenti di massa che vede interessati circa 8000 padri e madri di famiglia, i lavoratori hanno avviato una serie di esposti denunce, verso gli enti e i sindacati che hanno pilotato una serie di fallimenti, dopo aver sperperato centinaia di milioni di euro, nello specifico ci riferiamo al fallimento IAL Sicilia, ma se si indagasse si scoprirebbero altrettante nefandezze anche nella maggioranza degli altri Enti. Tali esposti denunce pur trattando gravi inadempienze e illeciti consumati dalle parti interessate, non hanno mai avuto corso, in taluni casi addirittura, abbiamo assistito a richieste di archiviazione. Alla luce di tutto questo, i lavoratori hanno deciso di mettere in campo una azione forte, proprio per attirare l’attenzione delle SS.LL. La frustrazione di questo popolo di fantasmi, è tanta, non è umano trattare in questo modo, tante donne e tanti uomini che senza nessuna colpa si sono ritrovati senza lavoro e con ingenti crediti verso gli Enti-datori, dopo che hanno impiantato la propria vita in funzione dello stipendio della Formazione Professionale. Oggi abbiamo deciso di occupare un luogo simbolo, un luogo dove sono custodite le spoglie di un grande tutore della Giustizia, ci riferiamo al Dott. Giovanni Falcone, che per difendere e porre in essere la Giustizia è morto, perché senza Giustizia non vi è neanche Democrazia. Il Dott. Falcone diceva, “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola” ed è per questo che oggi noi abbiamo deciso di far sentire la nostra voce. Chiediamo una giustizia negata, verso coloro che si sono arricchiti sulla pelle di migliaia di persone, verso le caste di politici, enti e sindacati senza scrupoli che hanno sulla coscienza diversi suicidi causati proprio dalla frustrazione, dalla negazione del diritto alla sopravvivenza nella società e della dignità, hanno sulla coscienza tante morti per malattie gravi scaturite dal logorio psico-fisico continuo ed implacabile per stress ed umiliazioni.
Per questi motivi non abbandoneremo la lotta finché non verremo ascoltati.