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(Video) Siracusa, PD: in occasione delle festività natalizie si arriverà, finalmente, ad una aggregazione e una gestione unitaria?

Il periodo di Natale, si sa, è momento di pace, serenità e gioia. Anche nella politica questi giorni saranno forse momenti di aggregazione e di riappacificazione. Il  PD di Siracusa  affronta infatti, proprio in queste giornate di festività natalizie, una delicatissima fase di confronto interno: si tratta di riavviare una gestione unitaria del partito che veda il coinvolgimento di tutte le risorse presenti  e,  allo stesso tempo,  si tratta di recuperare una condivisione efficace di esperienze amministrative importanti  a partire  da Siracusa  città. Il Partito, come sappiamo è stato segnato da uno scontro tra le sue due anime interne: quella che riconosce gli organismi e la segretaria provinciale Carmen Castelluccio, eletti nell’ultimo recente congresso, e quella che fa capo al sindaco Giancarlo Garozzo, e all’ala renziano-fotiana per intenderci, con la cui “innovazione” non tutti sono d’accordo.

Le recenti affermazioni del Sindaco Garozzo, il quale afferma che come dirigente regionale del PD e sindaco di Siracusa non ritiene possibile che una parte del partito resti fuori dalla giunta,  sono certamente un segnale importante. “Ma occorrono ora i conseguenti atti politici,  – aggiunge la segretaria provinciale Carmen Castelluccio – che devono caratterizzarsi per senso di responsabilità, chiarezza e attenzione agli interessi della comunità che ha chiamato tutto il PD, attraverso il suo candidato e il suo programma, al ruolo di protagonista principale di questa esperienza amministrativa. Si tratta dunque di andare oltre le dinamiche interne alle correnti di partito posizionando questo o quell’assessore, attribuendo questo o quell’incarico; serve piuttosto un confronto serio per condividere il  percorso svolto  fino ad ora, le tante cose fatte per segnare un cambiamento nel governo della città e le cose che ancora bisogna fare o rilanciare.

Personalmente – continua ancora la Castelluccio – sono interessata  solo a questo tipo di percorso unitario dal quale poi ricavare le forme e i temi di una presenza in giunta a sostegno di un progetto realmente  condiviso. Come responsabile del PD provinciale  ritengo anche indispensabile che questa fase unitaria affronti con altrettanta serietà il rapporto del PD. Non vi è dubbio che senza un rapporto collaborativo ed efficace  tra amministrazione, gruppo consiliare,  rappresentanti istituzionali del partito nelle circoscrizioni, militanti dei circoli territoriali e non ultimi i deputati regionali e nazionali, finiremmo per commettere gli stessi errori che hanno portato all’uscita del PD dalla giunta. Su mia proposta la Direzione provinciale,  al momento della estromissione dell’ assessore Lo Giudice e conseguentemente al ritiro dell’assessore  Moschella,  ha  scelto una linea politica che, senza essere all’opposizione, ha  guardato alle singole scelte amministrative riservandosi di sostenerle  o meno,  ma di fatto – conclude la Castelluccio – rimanendo sostanzialmente estranei ai processi di formazione delle decisioni sia come consiglieri comunali che come partito in generale”.

Resta dunque qui la sostanza del tema da affrontare che, come dice il sindaco Garozzo in una sua nota, occorre affrontare con lealtà e correttezza. La domanda della Castelluccio in sostanza è questa: l’apertura di Garozzo,  dirigente regionale del partito, è per tutto il gruppo dirigente provinciale l’ occasione seria di svelenire il confronto interno sperimentando, a partire dalla città, modalità unitarie di governo?

E’ ovvio che in questo quadro, se condiviso, il problema non è il ruolo di Carmen Castelluccio dentro o fuori la giunta,  come letto in qualche nota giornalistica di questi giorni, ruolo per il quale la stessa ha chiarito di  non essere interessata.  Si tratta piuttosto di essere  protagonisti autentici di un cambiamento che riguarda il PD e il suo modo di agire politicamente nel quale, secondo la stessa Castelluccio,  al centro deve esserci il merito delle questioni da affrontare nell’interesse del bene comune e di una politica all’altezza del compito, subito dopo la qualità e le competenze di chi sarà chiamato a svolgere ruoli nel partito e nelle istituzioni.

 

 

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