PoliticaProvincia di SiracusaSiracusa

Siracusa: incardinato bilancio di previsione 2015

Consiglio comunale, incardinato il bilancio di previsione 2015. Per gli emendamenti c’è tempo fino alle 17 di domani

Siracusa, 4 gennaio ’16 – Il consiglio comunale, al termine di un dibattito durato quasi ​quattro ore, ha incardinato stamattina il bilancio di previsione 2015, che orami può considerarsi definitivo e per il quale la Regione ha già inviato il commissario ad acta. La seduta si è aperta, però, con il via libera a un atto propedeutico, cioè lo slittamento al 2016 dell’introduzione del bilancio economico-patrimoniale previsto dai nuovi criteri contabili di finanza pubblica.

​Alla fine della mattinata, e concluso il dibatto politico generale sulla proposta di bilancio, l’Aula ha approvato (20 sì, 3 no e 2 astensioni) la proposta di Francesco Pappalardo sulla prosecuzione dei lavori: presentazione degli emendamenti entro domani alle 17 e seduta di approvazione della delibera allo scadere dei 10 giorni previsti per il rilascio dei pareri sulle proposte di modifica; l’ipotesi è di convocare il Consiglio per giorno 18.

La relazione al primo punto all’ordine del giorno è stata affidata al ragioniere generale, Giorgio Gianni. La proposta avanzata al Consiglio – ha chiarito – è di iniziare la nuova contabilità economico-patrimoniale a cominciare dall’1 gennaio del 2016, opportunità questa che era prevista e che è stata adottata anche da tanti altri enti. Da questa data, dunque, la contabilità del Comune verterà su tre punti, così come contemplato dalle nuove norme: documento unico di programmazione; bilancio di programmazione; contabilità economico-patrimoniale e bilancio consolidato.

​Le critiche a questa richiesta sono arrivate dai banchi dell’opposizione. Salvatore Castagnino e Salvo Sorbello hanno chiesto le ragioni di questo slittamento, visto che la contabilità economico-patrimoniale sarebbe stato un atto di trasparenza rispetto allo stato dell’Ente. La risposta è arrivata dall’assessore al Bilancio, Gianluca Scrofani, e dal sindaco, Giancarlo Garozzo: il primo ha detto che si tratta di un semplice rinvio e che è stata una scelta diffusa in altre città; più dettagliate le spiegazioni del sindaco che ha individuato le cause nella necessità di avere dovuto rivedere l’intera contabilità del Comune e nella difficoltà nel definire i debiti fuori bilancio, “che sono imputabili alle precedenti gestioni”.

​Contro-replica di Cetty Vinci: non si può continuare a dare la responsabilità al passato evitando di indicare delle responsabilità.

​Subito dopo il presidente, Santino Armaro, ha messo ai voti la proposta che, per appello nominale, è passata con 22 sì, 4 no e 2 astensioni.

​Il confronto sul bilancio di previsione 2015 è stato aperto dall’intervento dell’assessore Scrofani il quale ha iniziato ricordando la piena competenza del Consiglio rispetto all’atto in discussione in quanto il commissario ad acta non ancora inviato alcuna diffida. Dopo avere fatto riferimento alle incerte comunicazioni da parte della Regione sulle nuove norma contabili, l’assessore ha indicato lo spirito che ha caratterizzato le scelte sul bilancio: privilegiare la stabilità finanziaria rispetto alla spesa intervenendo con una serie di correttivi necessari per il futuro dell’Ente. Scrofani ha ricordato gli 8 milioni di risparmi “senza incidere sulla spesa sociale”, e ha ricordato i 4,7 milioni di trasferimenti in meno da parte della Stato e della Regione rispetto al 2014; oggi ciascuno dei due versa al Comune 5 milioni di euro a fronte dei 32 che Roma trasferiva nel 2011 e ai 24 che arrivavano da Palermo.

​L’assessore ha parlato anche delle consistenti anticipazioni di cassa indicando le cause nei ritardi con i quali si riscuote la Tari, che è stata versata solo a partire da settembre, e con i quali arrivano i soldi da Stato e Regione. Infine, dopo avere riconosciuto l’esigenza di alleggerire la pressione tributaria, Scrofani ha elencato l’ammontare delle somme accantonate per fronteggiare i debiti accumulati: 9,7 milioni per la svalutazione dei crediti (erano 4,2 nel 2014); 2,2 milioni per ripianare le passività (erano 1,6); 100mila, tanti quanti il 2014, per la ricollocazione dei cassoni alla Marina; 4,7 per i contenziosi andati a sentenza definitiva (erano 1,3).

​Complessivamente il bilancio 2015 ammonta a 484 milioni 136mila 960,60 euro. Sul fronte della entrate, 89,9 milioni circa arrivano dai tributi; 37,1 milioni da altri enti; 27,2 milioni sono entrate extratributarie; 133,5 milioni arrivano da alienazioni e riscossioni di crediti. A questi si aggiungono 104,2 milioni di prestiti e 58,8 milioni di servizi per conto terzi. Sono 34,1 i milioni ancora da incassare.

​Per quanto concerne le uscite, ci sono 163 milioni di spese correnti; 156,3 di spese in conto capitale; 105,1 di rimborso prestiti; 58,8 di spese per conto terzi. Restano da spendere poco meno di 684mila euro.

​Per il ragioniere generale Giannì, il bilancio, per quanto non abbia più valore gestionale perché arriva in aula quando il 2015 è già finito, è in equilibrio così come deve essere non solo alla fine dei 12 mesi ma durante tutto l’anno.

Pubblicità