AvolaProvincia di Siracusa

Stamattina l’ultimo saluto a Mario Murè

Si sono svolti stamani nella Chiesa Madre di Avola i funerali di Mario Murè.

Durante la cerimonia funebre, al dolore dei familiari hanno partecipato anche i tanti amici presenti.

Mario Murè si è spento improvvisamente, in seguito a un infarto, nella sua abitazione di Corso Vittorio Emanuele assistito dalla moglie Graziella, dalla figlia Luisa e dai suoceri, lunedì sera alle 20.

Dal gennaio scorso, dopo anni di lavoro come dipendente del Banco di Sicilia, era in pensione.

Non ha potuto godersela perché gli è arrivato il biglietto di sola andata per l’al di là.

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Mario non resterà solo un ricordo in chi lo ha conosciuto e frequentato, diventandone amico.

Sarà presente, in tanti di noi, ogni qualvolta rivivremo ad Avola alcuni di quei bei momenti legati all’arte e alla buona musica ai quali non mancava quasi mai, per cogliere gli aspetti più interessanti con l’obiettivo della sua macchina fotografica.

Non lo rivedremo più, pacato e rassicurante, in silenzio, con il suo mezzo sorriso, magari al tavolo di un bar a sorseggiare un drink mentre, attento, leggeva un quotidiano nazionale.

E’ vero.

Ma la sua presenza aleggerà sempre in uno di quei pochi locali alternativi del centro storico di Avola che frequentava, per offrire la sua amicizia e condividere le conoscenze con chi gli stava più vicino, fra le note di qualche nuovo e giovane gruppo musicale, in tanti momenti di riflessione vissuti con una certa malinconia. ———————-

Chissà quanti ricordi ha lasciato e vivono nelle memorie del suo computer dove ha immagazzinato le migliaia di foto scattate a ogni evento.

La sua presenza è, e rimarrà ancora lì. E non solo.

E chissà se un domani, per condiscendenza anche dei familiari, parte di quei preziosi documenti visivi, contenuti in quello scrigno informatico privato del suo studio, potrebbe essere inclusa in una singolare mostra fotografica su luoghi ed eventi della nostra città, per una delle rare iniziative culturali avolesi. Sarebbe una riscoperta, non solo degli occhi di Mario, ma di uno sguardo riflesso su particolari momenti di vita, preziosi e sfuggenti, di tanti di noi: giovani e meno giovani.

Attimi fuggenti per avere la sensazione di rivivere un’amicizia vera che lui, in solitudine, tanto cercava.

Dice un poeta persiano: “La morte è giusta ,
ha la stessa maestà,

colpendo il povero e lo scià.

Affinché la morte sia giusta,

bisogna che la vita sia giusta.


Nessuno può sapere quanto giusta o sbagliata sia la vita di ciascuno di noi.

Ma una cosa possiamo avere la presunzione di dire, oggi che Mario non c’è;

ed è ciò che si starà chiedendo adesso, là, dov’è:

Amici miei, perché mi lasciate solo? Dove andate?

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