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Sorprendente scoperta di una nuova specie di ominide: Homo Naledi! 2 milioni e mezzo di anni fa già seppelliva i morti!

Si tratta di una scoperta senza precedenti nella storia della paleontologia: in una grotta in Sudafrica sono stati rinvenuti oltre 1.500 elementi fossili, appartenenti a 15 individui, snelli e di statura bassa, con un cervello minuscolo ma mani atte all’utilizzo di utensili, piedi quasi identici ai nostri (la loro conformazione lascia immaginare che questa specie fosse abituata a lunghe camminate) e forse seppelliva già i morti. “Ha un mix di caratteristiche primitive e moderne” dicono i ricercatori stupefatti, che lo hanno datato tra i 2 milioni e i 2 milioni e mezzo di anni (anche se ancora non è possibile datare con esattezza i reperti). Quindi ben prima di Homo Sapiens!

Si tratta del più grosso ritrovamento di ossa di ominidi mai avvenuto: gli oltre 1.500 elementi fossili erano ammucchiati in una cavità accessibile solo attraverso un pozzo talmente stretto che per recuperarli è stato arruolato uno speciale team di speleologi e ricercatori che fossero magri abbastanza per entrarci con le braccia alzate sopra la testa. Sono state trovate talmente tante ossa che Homo Naledi (così è stato battezzato) è già praticamente la specie fossile meglio conosciuta nella linea evolutiva dell’uomo!

Ma è il contesto in cui sono stati ritrovati i fossili a far emergere quello che probabilmente è l’aspetto più straordinario della scoperta: Homo Naledi forse seppelliva i suoi morti e la sepoltura finora era considerata una pratica iniziata con l’uomo moderno (risalente a 200mila anni fa, con l’Homo sapiens). I reperti infatti, attraverso un’attenta analisi, non appaiono messi lì per caso ma depositati in funzione di un rito funebre.

Insomma una scoperta sorprendente, che costituisce un importante passo avanti nello studio dell’evoluzione umana!

 

Ilaria Greco

 

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