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Siracusa, inchiesta asili nido: avviso di garanzia a Cafeo e Foti. E intanto monta la polemica…

Bandi truccati… per affidare gli appalti agli amici? Polemica tra Garozzo e Crocetta. Il Governatore: “sono io il rottamatore!”… “sì, ma non della vecchia politica” replica Garozzo!

di Ilaria Greco

Siracusa, 14 giugno 2015 – Turbativa d’asta per gestire meglio gli asili nido cittadini e le assunzioni: queste le gravi accuse mosse dalla Procura della Repubblica nei confronti di Giovanni Cafeo, ex capo di gabinetto del sindaco Giancarlo Garozzo e oggi componente della segreteria regionale del Pd, e di Alfredo Foti, assessore ai Lavori pubblici e consigliere comunale del Pd, raggiunti da un avviso di garanzia.

In particolare, viene contestato agli indagati di avere determinato mediante promesse, collusioni e altri mezzi fraudolenti, l’aggiudicazione di un lotto dell’appalto per la gestione degli asili nido al consorzio Solco.

Sono stati la consigliera Simona Princiotta e il deputato nazionale Pippo Zappulla a far partire le indagini: i due, appartenenti all’ala del PD opposta all’ala renziana guidata da Garozzo, a marzo scorso avevano convocato, come si ricorderà, una conferenza stampa per denunciare la gestione “poco chiara” degli asili nido. A far scattare l’allarme l’aumento, proprio in quel periodo, di finanziamenti pubblici destinati ad asili nido malgrado si fosse registrata una sostanziale diminuzione della richiesta.

Sono dunque partite le indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica di Siracusa, Francesco Paolo Giordano e dal sostituto Marco Di Mauro, secondo i quali Cafeo e Foti “turbavano la gara per l’affidamento della gestione degli asili nido nel Comune di Siracusa in modo da determinare l’esito delle gare”.

Arriva subito la dichiarazione del sindaco Garozzo:  “Gli avvisi di conclusione indagine notificati nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto per la gestione degli asili nido, mi colgono di sorpresa. Nei prossimi giorni, quando saranno più definiti i contorni dell’indagine, sapremo su quali elementi si basano le accuse della Procura della Repubblica, sul cui lavoro ho sempre manifestato fiducia, ma l’augurio è che Alfredo Foti e Giovanni Cafeo possano dimostrare, nel prosieguo della vicenda giudiziaria, la loro estraneità ai fatti contestati. L’appalto per la gestione degli asili nido era un atto necessario, già annunciato nel corso della campagna elettorale. Necessario perché bisognava spezzare il sistema degli accrediti e delle proroghe, che andava avanti da quasi vent’anni. Un cambio di passo che stiamo tentando di imprime a tutto il settore delle politiche sociali”.

Interviene anche il segretario regionale del PD Raciti: “Ho incontrato Giovanni Cafeo che ha espresso la disponibilità a sospendersi fino a quando non sarà fatta chiarezza sui fatti che lo hanno riguardato. È un gesto di chiarezza che ho apprezzato – sottolinea Raciti – in attesa di conoscere gli aspetti formali della vicenda che seguiremo in maniera scrupolosa”.

E intanto in tutta questa vicenda entra in scena il Presidente della regione. Per due volte Cafeo sarebbe stato a un passo dall’ingresso nel governo di Rosario Crocetta. Due tentativi non riusciti perché, come sostiene lo stesso governatore, lui si oppose in modo durissimo. Almeno in due occasioni Crocetta avrebbe ricevuto pressioni per far entrare in giunta Cafeo: nella prima alla fine decise di mettere l’archeologa Mariarita Sgarlata; nella seconda occasione (Crocetta ter) si scelse il giovane Gerratana. “Il vero rottamatore in Sicilia sono stato io. Solo io – dice Crocetta – Mi sono opposto ai gruppi di potere, salvando il governo e il Pd”.

“Davvero penoso il presidente di una grande regione come la Sicilia costretto a raccontare bugie per darsi la credibilità persa con gli atti compiuti in questi anni”  – controbatte Garozzo – “Nè io né l’onorevole Faraone abbiamo mai proposto Giovanni Cafeo per un posto di assessore regionale. È un’affermazione palesemente falsa, ma siamo ormai da tempo abituati a vedere un presidente, che dovrebbe rappresentare una delle più grandi regioni italiane, strumentalizzare indagini che non lo riguardano, né direttamente né indirettamente, per vestire i panni del moralizzatore. Dell’imbroglio il presidente Crocetta ha fatto una virtù e un’arma politica, ma è una strategia di corto respiro perché il suo fallimento è sotto gli occhi di tutti, a partire dai siciliani che piangono le conseguenze del suo governo.

“Vero è che Crocetta è un rottamatore. Ma, purtroppo per noi, della Sicilia e non della vecchia politica”.

Ilaria Greco

 

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