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Siracusa – E ora…. “Puttatici l’acqua”. A Cassibile centinaia di immigrati senz’acqua costretti a rifornirsi coi bidoni da 20 litri sulle spalle a un Km dalla tendopoli.

Chi a fine gennaio ha manifestato  per far sbarcare dalla Sea Watch 3 i quarantasette immigrati al porto di Siracusa fino a salire sulla nave e a chiedere, con un eloquente striscione con su scritto Scendeteli, di accoglierli, non dovrebbe ora girarsi dall’altra parte e far finta di nulla. Nel territorio di Siracusa, ad appena 10 Km, alle porte di Cassibile, più di quattrocento persone immigrate vivono nel disagio più totale. Dormono e mangiano in campagna, i più fortunati dentro una tenda, senza servizi igienici e senza acqua per lavarsi o cucinare quel poco che gli passa il convento. Per approvvigionarsi di quella che serve per lo stretto necessario, nelle prime ore della sera, quando affaticati tornano dai campi dopo una giornata di lavoro malpagato, sono costretti a percorrere circa un chilometro a piedi sulla transitatissima statale 115, portando al ritorno sulle spalle bidoni di 10 o 20 litri pieni d’acqua presa alla fontanella più vicina del paese. Un mesto e pericoloso pellegrinaggio a cui assistono impassibili le tante persone che transitano sulla statale e i residenti che ormai si sono abituati a questa inusuale fatica disumana. Ora il Sindaco Italia e tutti gli altri amministratori che hanno giustamente e palesemente manifestato a gennaio per far scendere quei 47 immigrati dalla nave devono farsene una ragione e intervenire per lenire la fatica di questi poveri disgraziati che vivono ogni giorno nel territorio che amministrano.

“Ora puttatici l’acqua”

La cosa più immediata da fare è quella di portare almeno l’acqua più vicino possibile al campo.

Un piccolo collegamento per installare una fontanella (magari con più rubinetti) ai bordi dell’insediamento; almeno per risparmiargli questa immane fatica quotidiana ed evitare il pericolo che di sera qualche automobilista in transito possa investirli.

 

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