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Siracusa, Consiglio comunale: manca il numero legale, stasera di nuovo in aula per approvare regolamento su recupero tributi non pagati e rateizzazione Tari

Siracusa, 24 febbraio ’16 – Slitta a stasera alle 18,30, in seconda convocazione, l’approvazione del nuovo regolamento sul recupero dei tributi non pagati e delle modifiche alla rateizzazione della Tari. Il consiglio comunale convocato ieri sera, dopo il rinvio della discussione deciso nella seduta di giorno 17, si è sciolto poco prima delle 20,30 per mancanza del numero legale. Lo stop ai lavori è intervenuto mentre erano in discussione gli emendamenti alla prima proposta. Stasera l’assemblea è chiamata ad approvare anche un atto di indirizzo sull’affido familiare.

Ieri sera, tuttavia, la prima parte della seduta è stata dedicata alla sospensione del servizio mensa negli istituti comprensivi dopo il ritrovamento di corpi estranei in alcuni piatti di riso e lenticchie. Il problema è stato sollevato da Salvatore Castagnino che ha definito “grave” l’accaduto perché dimostrerebbe una cattiva qualità degli alimenti utilizzati per la preparazione dei pasti. Castagnino ha chiesto che a tutti consiglieri comunali siano consegnate copie gli esiti dei controlli effettuati dall’Asp.

Poi si è andati avanti con la discussione del regolamento sul recupero delle imposte non pagate è stato illustrato dall’assessore ai Tributi, Gianluca Scrofani, che ha parlato di “ un provvedimento innovativo rispetto al passato, pensato per ridurre la massa dei contenziosi in atto, per andare incontro alle esigenze dei cittadini e per portare risorse alla casse comunali”.

L’Idea è di rateizzare le morosità facendo accedere a tale possibilità quanti dimostrano di trovarsi in condizione di obiettiva difficoltà economica, anche temporanea. La misura riguarda sia le persone fisiche che quelle giuridiche (a patto che non siano morose per precedenti rateizzazioni) e tutti i tributi comunali: Ici, Imu, Tasi, Tarsu, Tares, Tari, Icp e Cosap.

La rateizzazione, ha spiegato l’assessore Scrofani, può essere autorizzata per un importo minimo di 200 euro. Fino a 2.400 euro il pagamento avviene in 12 versamenti non inferiori a 100 euro ciascuno; oltre i 2.400 euro si può rateizzare fino a 24 mesi. Per debiti superiori a 10 mila euro, invece, il riconoscimento del beneficio è subordinato alla presentazione di idonea garanzia mediante polizza fideiussoria o assicurativa che copra il totale importo della somma dovuta e con validità fino a un anno dopo l’estinzione del debito. Le somme sono comprensive degli interessi maturati, che sono quelli in vigore al momento dell’accettazione della richiesta. L’istanza va presentata compilando appositi moduli che saranno predisposti dagli uffici, i quali avranno 60 giorni di tempo per rateizzare gli importi.

Sul provvedimento sono stati presentati 14 emendamenti, 7 della commissione Bilancio e 7 che hanno come prima firmataria Cetty Vinci.

I primi sono stati illustrati dal presidente della commissione, Alessandro Acquaviva, che ha avuto parole di apprezzamento per il lavoro dell’Amministrazione, “andata incontro alle richieste dei cittadini morosi che vogliono mettersi in regola e che consente all’Ente di recuperare somme altrimenti perse”. Il contributo della commissione si è concretizzato, ha detto Acquaviva, nella presentazione di emendamenti che puntano e semplificare la procedure e agevolare una platea più ampia di cittadini consentendo loro di attestare la difficoltà economica attraverso l’autocertificazione. Altro obiettivo è stato quello di rendere più snello l’iter delle richieste, che avrebbero potuto mettere in difficoltà anche gli uffici, con l’obiettivo di mettere l’Amministrazione in condizione di recuperare contribuenti e somme di denaro.

Dopo una breve pausa per un confronto tra i capigruppo e revisori dei conti, il presidente dei lavori, Giuseppe Impallomeni, ha messo ai voti singoli articoli e le eventuali modifiche. La seduta si è interrotta dopo il via libera al primo emendamento della commissione, che introduce l’autocertificazione da parte del contribuente moroso per dimostrare lo stato di difficoltà economica. La mancanza del numero legale è stata verificata in occasione del voto sul secondo emendamento della commissione Bilancio.

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