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Regione, i tagli alla politica siciliana sono un buono affare

La riforma relativa ai tagli della politica siciliana altro non è che una legge giusta che equipara la Sicilia al resto dell’Italia. Ciò è quanto si desume dalla oramai annosa questione che attanagliava gli enti locali siciliani, in preda agli sprechi e alle lungaggini.

La nuova riforma, che ha come obiettivo quello di tagliare i costi della politica nei Comuni, dovrebbe far allineare la Sicilia al resto dell’Italia in merito al numero dei consiglieri e degli assessori; si evince inoltre che saranno ritoccati anche gli stipendi di sindaci e assessori dei singoli comuni, passando dagli attuali 6.354 si dovrebbe arrivare a 5.205, tra consiglieri, assessori e sindaci.

La riforma è stata approvata per la prima volta in Commissione, e votata successivamente il 9 Giugno all’Ars, con un risparmio totale per la casse regionali di 48 milioni di euro l’anno.

Non sono mancate le dichiarazioni dei principali esponenti della politica siciliana, come quella dell’onorevole Bruno Marziano, presidente della Terza commissione “Agricoltura e Attività produttive” dell’Assemblea regionale siciliana e il deputato regionale Marika Cirone Di Marco: “L’unica contrarietà rimane la scomparsa delle circoscrizioni e dei consigli di quartiere di Siracusa. La legge appena approvata sulla riduzione della spesa della politica siciliana – hanno dichiarato i due parlamentari regionali – allinea la Sicilia al resto d’Italia. Un provvedimento importante che andava approvato per dare un segnale significativo di parificazione, come già come accaduto con l’allineamento dei compensi tra i deputati regionali siciliani e i consiglieri regionali del resto d’Italia. L’unica nota stonata -commentano entrambi- per quanto riguarda Siracusa, è che l’aula, con un voto a maggioranza risicata, abbia impedito il mantenimento dei consigli di quartiere e delle circoscrizioni: infatti l’emendamento presentato da noi assieme ai colleghi Lupo e Vinciullo con cui si chiedeva che Siracusa potesse mantenere le stesse caratteristiche di Palermo, Catania e Messina, seppur con una diminuzione dei consiglieri, è stato dichiarato inammissibile”.

Al di là della portata limitativa della norma su una città come Siracusa, va da se che il provvedimento in questione fornisce una risposta esaustiva alle denunce fatte alla politica sicula che fino ad oggi mantiene standard di spese superiori a quelli di tutti gli altri Paesi europei.

 

Corrado Tardonato

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