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Regione: assunti 13 testimoni di giustizia. Crocetta: “la nostra non è antimafia parolaia!”

“L’assunzione di questi testimoni di giustizia – ha detto Crocetta – dimostra che la nostra non è un’antimafia parolaia ma quella dei fatti concreti che danno un duro colpo alle mafie.”

Palermo 21 luglio 2015 –  I dirigenti del dipartimento Funzione Pubblica hanno provveduto oggi alla stipula dei contratti di assunzione di 13 testimoni di giustizia siciliani che hanno denunciato il racket e la mafia. a comunicarlo il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta che si ritiene soddisfatto e ringrazia anche “il Parlamento siciliano per avere varato, unica Regione d’Europa, una legge che testimonia la solidarietà della Regione siciliana a favore di quanti si sono esposti nei tribunali a fare nomi e cognomi dei loro carnefici, rischiando la vita per amore della giustizia . Fatti come questi – continua il presidente – dimostrano che la nostra non è un’antimafia parolaia ma quella concreta che giorno dopo giorno non solo effettua denunce, ma fatti che trasformano la Sicilia e danno un duro colpo alle mafie. Alcuni di tali testimoni sono stati costretti a cambiare identità per non essere identificati dai mafiosi”.
Con l’assunzione, la Regione, sulla base di una convenzione con il Ministero dell’Interno, ha segretato i nomi dei 13 testimoni  che si aggiungono ai 13 precedentemente assunti e a tenere riservato il luogo dove essi opereranno. I testimoni, infatti, oltre che lavorare in Sicilia potranno anche essere impiegati in prefetture, uffici giudiziari di altre regioni. “Credo – aggiunge Crocetta – che sia la risposta più chiara e netta di cosa intendiamo per lotta alla mafia”. Va ricordato che i testimoni di giustizia non sono i pentiti, ma vittime innocenti del sistema mafioso e del racket, che si sono ribellati. “Voglio ringraziare tutti i lavoratori del dipartimento Funzione Pubblica che hanno lavorato tanto – conclude il presidente – e la Segreteria generale diretta dalla dottoressa Monterosso, che ha intrattenuto i contatti in modo particolare col Servizio Centrale di Protezione”.
Ilaria Greco
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