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Province: elezioni rinviate, prorogati i commissari. Crocetta presenta la nuova giunta a sala d’Ercole

Presentata la nuova Giunta a Sala D’ercole in occasione della discussione del testo di legge correttivo sulle province. Discorso accorato del Presidente criticato dai banchi dell’opposizione, in particolare dal  M5s.

Palermo, 10 novembre 2015 – Alla fine il “pasticcio” delle province si è concluso con l’ennesima proroga degli infiniti commissariamenti. L’Assemblea Regionale Siciliana, infatti, dopo una lunga giornata di lavori, ha approvato il Disegno di Legge Stralcio con il quale vengono rinviate le elezioni nelle Province, fissati i nuovi termini e prorogato l’incarico ai Commissari. Il nuovo testo di legge modifica la Legge 4 agosto 2015 denominata “Disposizioni in materia di liberi Consorzi Comunali e Città Metropolitane” in seguito all’impugnativa di Palazzo Chigi con la quale è stato chiesto al governo, in pratica, di riscrivere quella legge.

Salta, dunque, la data del 29 novembre. Incarico ai commissari prolungato fino al giugno del 2016. Il testo, intanto, torna in prima commissione e i deputati la esamineranno ancora una volta. Con ancora un nodo da sciogliere: la coincidenza tra la carica di sindaco della Città metropolitana e sindaco del capoluogo.

E’ stata anche l’occasione di presentare la nuova giunta, per la prima volta a Sala d’Ercole. “Sono orgoglioso di questo governo” ha detto Crocetta nel tardo pomeriggio. Adesso le forze politiche sono maggiormente coinvolte nell’attività di governo. Gli assessori in giunta rappresentano a pieno titolo i partiti. A quelli che non hanno ancora una rappresentatività dico che c’è ancora un assessorato molto importante e spero di coinvolgere proprio una delle forza attualmente fuori”. L’assessorato in particolare è quello delle Autonomie locali il cui rappresentante verrà scelto nei prossimi giorni, stando alle parole di Crocetta. “Sono finiti male – ha aggiunto Crocetta – i tentativi di golpe attraverso interventi esterni che hanno ad esempio utilizzato lo spettro del commissariamento o a vicende mediatiche che poi si sono dimostrate infondate”. Il Presidente si riferisce in particolare al caso delle intercettazioni de L’Espresso. A questo punto l’appello del Governatore: “Adesso chiedo a tutto il parlamento un patto di lealtà“, anche se non sono mancate frecciatine nei confronti del Movimento 5 stelle. E proprio da lì sono arrivati gli attacchi più duri, anche se non i soli. “Da tre anni Crocetta ripete le stesse cose e da tre anni viene smentito – ha detto il capogruppo Giorgio Ciaccio – Oggi si chiedono patti di lealtà, quando questo governo non è capace di fare una riforma. E Crocetta nomina commissari inviati da Roma perché non ha più alcuna credibilità”. “Abbiamo assistito a un discorso comico” ha detto Giancarlo Cancelleri. Molto duro anche Nello Musumeci: “Per quasi un’ora abbiamo ascoltato Crocetta dire cose alle quali forse nemmeno lui credeva. Il presidente della Regione chiede oggi un patto di lealtà. Ma è circondato da persone che in questi tre anni si sono abbeverati alla fonte della slealtà. E ha preferito difendere la sedia, tradendo il patto con i siciliani. Non chieda qui la lealtà”.

Ed evidentemente non erano d’accordo neanche i 35 sindaci della provincia di Palermo che si sono candidati provocatoriamente al ruolo di sindaco della città metropolitana, in disaccordo alla norma del governo regionale che prevedeva il rinvio dell’elezione di secondo livello al prossimo giugno.

“A loro, in qualità di presidente vicario della commissione Affari Istituzionali dell’ARS, esprimo la mia assoluta vicinanza”, ha dichiarato l’onorevole Vincenzo Figuccia, presidente vicario facente funzioni della commissione Affari Istituzionali presso il parlamento regionale. “Serve fare chiarezza in uno scenario con poche luci e troppe ombre. Comprendo ma non accetto la visione furbetta del governo regionale e del Pd siciliano, il tentativo di Crocetta di mettere all’angolo i sindaci Orlando e Bianco, ma è necessario dire basta ad una politica che penalizza pesantemente la nostra comunità. Serve un netto cambio di marcia, – ha proseguito Figuccia – il rinvio dell’elezione determinerebbe infatti la proroga dei commissari straordinari per le ex province, uno strapotere dei dirigenti degli enti e una gravissima condizione di stallo in merito alla manutenzione delle strade, delle scuole, all’attivazione dei servizi di assistenza per le persone in difficoltà, portatori di handicap in primis”.

Intervenendo oggi in Aula, da presidente della Commissione Affari Istituzionali, Figuccia ha anche dichiarato: “E’ inaccettabile la proposta del presidente Ardizzone di votare a gennaio per le città metropolitane e a giugno per i liberi consorzi. E’ necessario andare al voto ora e fare definitivamente luce su una situazione a dir poco confusa”.

Ma evidentemente le sue parole, e quelle di molti altri, non sono state ascoltate.

Alla fine però è arrivata la “benedizione” del NCD. “Questo – ha detto il vicecapogruppo Enzo fontana – è un momento solenne. Il quarto governo Crocetta presenta figure politiche che mi rendono fiducioso. Spero si possa andare avanti per i prossimi due anni: non per noi, ma per i siciliani.

Ma non è stato positivo il commento di Vinciullo, anche se si percepisce nelle sue parole quasi un ripensamento alle sue, tante volte espresse, riserve in merito alla riforma: “La nuova Legge approvata – ha commentato il deputato siracusano – cerca di mettere una pezza a un provvedimento legislativo nato malissimo, gestito ancora peggio, che ha portato, nel giro di qualche domenica, alla soppressione delle Province in Sicilia. Data l’emergenza, si è intervenuti nuovamente con un provvedimento tempone, ma è chiaro che si pone definitivamente la necessità di legiferare su un tema, quello della soppressione delle Province, che, all’inizio di legislatura, fu, purtroppo, sottovalutato”.

Ilaria Greco

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