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Da oggi in Sicilia i 6 Liberi Consorzi dei Comuni e le 3 città’ metropolitane. Pronti i Sindaci per il governo dei nuovi enti. Non si festeggia perché ci vogliono le risorse per assicurare i servizi. Un grande passo avanti.

Un nuovo giorno per l’assetto istituzionale della Regione Sicilia. Nel pomeriggio l’Ars ha approvato definitivamente la legge che istituisce nell’isola i 6 liberi consorzi di Comuni e le 3 città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Dalle ceneri delle Province nascono i nuovi enti con funzioni potenziate soprattutto per il controllo ambientale, la formazione, le politiche sociali, la cultura e l’istruzione. Un nuovo percorso si apre e coinvolge non solo i dipendenti delle ex Province Regionali e delle società da esse partecipate, ma il ruolo nuovo dei Sindaci dei Comuni siciliani e dei consiglieri comunali che costituiranno le nuove assemblee consiliari che eleggeranno in prima battuta i nuovi 6 Presidenti e le giunte dei Liberi Consorzi. Si esce fuori dall’incertezza e dal lungo periodo dei commissariamenti. Anche se i Commissari rimarranno in carica ancora altri 5 mesi per permettere la transizione degli enti nel nuovo ordinamento degli enti locali siciliani. Un buon risultato a cui hanno lavorato oltre ai tanti deputati che si sono schierati con la maggioranza che sta sostenendo il Presidente Rosario Crocetta, quelli del Pd, del Megafono-PSI, di Sicilia democratica, del Ncd; anche l’assessore uscente che con la prima Commissione dell’Ars ha lavorato all’attuale impostazione: l’avolese Ettore Leotta, presente in aula fra il pubblico, con il figlio, durante il dibattito e la votazione finale. Un traguardo importante per la giunta Crocetta che mette in conto in un momento così critico una delle riforme più attese e incerte dopo la bocciatura di appena tre mesi fa. Un grande respiro per il territorio che rivedrà ripartire alcuni servizi essenziali: dalle manutenzioni sulle strade provinciali alle scuole superiori, dall’assistenza all’autonomia negli istituti superiori per gli alunni diversamente abili, alla tutela dell’ambiente e del territorio. Si potrà ripartire con la programmazione dei servizi e con progetti mirati che faciliteranno il lavoro dei Comuni nel fornire le strutture territoriali di nuovi interventi. Un grande respiro per i dipendenti delle vecchie Province che sono stati sospesi per due anni in un limbo dove era difficile persino avanzare gli stessi pochi diritti di altri dipendenti pubblici, come le progressioni di carriera e gli incentivi di produttività ( checché ne dica qualche sprovveduta sindacalista in carriera che ha contribuito ad affossare i diritti più elementari in alcuni di questi enti). Una restituzione di funzioni ai cittadini e ai Sindaci dei Comuni. Una restituzione di dignità ai dipendenti e a tutti i lavoratori che in questi mesi hanno continuato a garantire il minimo dei servizi essenziali alla popolazione. Oggi si sarebbe potuto brindare in qualche ufficio delle nostre ex Province. Ma non è ancora tempo, perché se non si trasferiranno le risorse finanziarie ora necessarie, la riforma potrebbe rivelarsi un ennesimo flop. Solo quando la macchina avrà la possibilità di rifornirsi di benzina e svolgere il suo onesto servizio, allora si potrà’ esultare e pensare alla riprogrammazione. 37 su 53 presenti i voti favorevoli per la riforma dei Liberi Consorzi. E’ fatta…per ora!

C.B.

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