Eventi e CulturaNewsNotoProvincia di Siracusa

NOTO, PRIMO DEI CINQUE FILM IN GARA A “IL MESE DEL DOCUMENTARIO” PROIETTATO IN UN “TINA DI LORENZO” PIENO

Domenica sera è iniziato a Noto “Il mese del Documentario”, manifestazione organizzata da Doc/it, Associazione Documentaristi Italiani in collaborazione con l’Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva 100autori. Il meglio del documentario italiano, 5 i film finalisti, in sala con 70 proiezioni in 14 Città, 10 italiane e 4 europee, che concorrono per l’aggiudicazione del Doc/it Professional Award ed altri importanti riconoscimenti in palio, tra cui il Premio del Pubblico che vedrà sommati tutti i giudizi provenienti da ogni serata e da ciascuna città. E domenica sera a Noto, al Teatro Tina Di Lorenzo, la platea era piena per la prima delle cinque proiezioni in programma (26 aprile, 3, 7, 10 e 24 maggio) ed è stata presentata dal Collettivo cinematografico FrameOff, Licia Castoro, Francesco Di Martino, Giuseppe Portuesi e Francesco Valvo. Il loro lavoro con Documentaria Noto nel novembre 2014 e prima ancora in aprile, rassegne di documentari apprezzati dagli addetti ai lavori e dal pubblico, presente in maniera numerosa, non è sfuggito ai circuiti nazionali del cinema del reale. In un primo momento chiamati a far parte del gruppo, altamente qualificato, della giuria che ha scelto i 5 finalisti al Doc/it Professional Award, e poi coinvolti in primissima linea per essere una delle 14 città, accanto a Roma, Milano, Napoli, Trieste ed ancora Parigi, Londra e Berlino, solo per citarne alcune. Ecco spiegata l’emozione palpabile sul palco del Tina Di Lorenzo da parte del giovane Collettivo con tante produzioni alle spalle ed una indiscussa preparazione accademica e sul campo. Per ognuno di loro un grande motivo d’orgoglio aver portato a Noto questa Rassegna ed un grazie sentito all’Amministrazione Bonfanti, in sala presenti gli Assessori Cettina Raudino e Sebastiano Ferlisi, e il Presidente del Consiglio Comunale Corrado Figura ed alcuni consiglieri comunali, sintomo che alle Istituzioni non è sfuggita l’importanza di essere presenti in questo circuito nazionale ed internazionale come ulteriore veicolo culturale e promozionale della Città. Poi spente le luci tutti ad assistere a “Stop the pounding heart”, letteralmente “ferma il batticuore”, di Roberto Minervini, presentato in anteprima al 66^ Festival di Cannes e vincitore del David di Donatello nel 2014, che racconta una delle tante comunità “ultra religiose” ancora presenti e radicate nell’America del Sud, precisamente in Texas. Fuochi d’artificio che illuminano il cielo della sera e squarciano il silenzio per passare ai semplici ed ovattati suoni della campagna, tra galli e pecore mentre un bimbo si dondola quasi avvolto dalla bandiera americana. Il capofamiglia, Mr. Carlson, nella fattoria protagonista , richiama i figli, è tempo di fare colazione mentre viene letto un passo della Bibbia. Cibo spirituale e cibo materiale, per nutrire anima e corpo, così inizia la giornata, così comincia la giovane Sara, la protagonista, l’adolescente di dodici figli; poi si passa al lavoro, la stalla, le capre da radunare, 12 per volta, per mungerle. La produzione del formaggio e la vendita in cinque mercati a settimana, giusto “per sopravvivere” afferma la giovane Sara mentre fa conoscenza con un baldo coetaneo Colby che si allena per vincere le gare di resistenza sui tori. Sotto l’attenta e curiosa lente di Roberto Minervini la vita di questa famiglia, ed in particolar modo della giovane Sara che inizia a chiedersi come debba comportarsi una brava cristiana davanti ai primi turbamenti che contrastano con i rigidi insegnamenti di una religione che vede la donna sottomessa all’uomo e di ciò, come le ripete sempre la madre, occorre essere orgogliose. La vita quotidiana, le tentazioni, la voglia di allontanarsi (significativo il confronto tra le sorelle Carlson), di un film, che in realtà è l’ultimo di tre incentrati su questo lembo dell’America, sicuramente inusuale e mai veramente approfondito. Ma reale, fortemente e crudamente reale, tanto che la fine della proiezione lascia in sala un silenzio assordante. Come se potessimo leggere in un ognuno degli spettatori uno sbigottimento. È possibile che esistano ancora queste realtà? Poi a pensarci bene lo stupore è legato al fatto che stiamo parlando di religione Cristiana, fede che forse conosciamo come “annacquata”  e reinterpretata nel nostro Paese ed in quelli vicini, e che in fondo si fosse mostrata un’altra religione, magari tra quelle più integraliste, non avrebbe stupito allo stesso modo. Sara che non voleva sposarsi, Sara che inizia a conoscere il desiderio e per il quale forse sarebbe disposta a trasgredire quelle ferree leggi, Sara vestita di bianco che aspetta, ma solo il proseguo della sua vita potrà dirci cosa sceglierà. Una bellissima serata al Tina Di Lorenzo conclusa con uno scambio di idee ed opinioni, perchè il film le suscita e le richiede, anche ben oltre l’uscita dal Teatro. Teatro che tornerà ad ospitare un nuovo film finalista domenica prossima, sempre inizio ore 21, “Smokings” e che avrà la presenza in sala del regista Michele Fornasero. Da non perdere
Emanuela Volcan
Pubblicità