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Noto, Benitez e l’encausto: una questione di temperatura

Entusiasmante performance di Benitez sulla presentazione e dimostrazione della tecnica pittorica dell’encausto. Buona anche la risposta della cittadinanza.

Noto, 25 luglio 2015. Ieri sera si è tenuta presso l’androne di Palazzo Nicolaci una performance magistrale ad opera di Francisco Benitez, autore della mostra  RI/SCATTI, Donna Ines ha perso la scarpina, che ha spiegato al parterre le tecniche principali dell’encausto.

Dapprima ha introdotto l’argomento fornendo delle spiegazioni di base circa gli strumenti “del mestiere” per ricorrere a tale tipo di pittura, successivamente si è passati alla dimostrazione pratica di quanto espletato verbalmente, accattivandosi  l’attenzione degli astanti che, incuriositi, sono accorsi in massa per assistere alla messa in opera della performance.

Abbiamo già preannunciato cos’era l’encausto.  Il termine encausto deriva dal greco e significa “metto a fuoco”. Di fatto l’encausto, condotto secondo tradizione, prevede l’uso di pigmenti in polvere e di cera punica, come spiegato ieri da Benitez, un prodotto particolare ottenuto facendo bollire cera vergine in acqua di mare. La procedura prevedeva che ai pigmenti – colori in polvere – fosse aggiunta anche un po’ di acqua, calce spenta, colla, come aggrappante. In un pentolino veniva poi sciolta la cera punica, mantenuta a costante temperatura di fusione. Si gettava una cucchiaiata di cera bollente sul colore della tavolozza, si mischiava e si dipingeva. Ultimato il dipinto, anzichè la vernice finale, veniva steso un velo uniforme di cera su tutta la superficie dipinta, che veniva lasciata asciugare e rapprendere. In tutto ciò la difficoltà principale di una tecnica simile è data dalla costante attenzione alla temperatura, regolata mediante il “cauterio” dalla quale dipende la riuscita del lavoro – quello che provocò il disastroso scioglimento del dipinto La battaglia d’Anghiari di Leonardo da Vinci: l’operazione di riscaldamento, seguito dalla lucidatura.

Una bella dimostrazione insomma, per chi è un appassionato di arte e cultura.

 

Corrado Tardonato

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