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L’editoriale: l’ostentazione ai tempi di coronavirus e facebook

Immagino che ognuno di voi stia già pensavo come organizzare la propria vita ai tempi di coronavirus, quando andare a fare la spesa, chi incontrare che non sia contaminato, se avete già lavato la mani, e quante volte lo avete già fatto stamattina, etc.

Nell’era di Facebook e dell’informazione digitale, l’ostentazione mista, da 10 giorni a questa parte, alla paura da come risultato l’auto convincimento che non ci succederà nulla, che tutto finirà presto e che il coronavirus non colpirà proprio voi, o la vostra famiglia. Giammai!

Tutto lecito, se questo serve a evitare il “contagio” mentale. Da quest’ultimo difficile uscirne indenni, quasi impossibile oggigiorno.

Bombardati da messaggi digitali e televisivi siamo ormai diventati fragili, anche grazie ad una campagna di informazione che ci ha molto indeboliti, anche a livello internazionale.

Basta leggere  i giornali stranieri di oggi, che titolano come l’Italia sia stata la nazione contaminatrice di virus, per accorgersi dell’attuale condizione in cui versa la nostra bella nazione.

Siamo quasi costretti a non pensare. Se usciamo e incontri un amico hai il timore ad avvinarti troppo, magari non riesci neppure a dirgli che è meglio non porsi la mano. E allora pensi ma che esco a fare?

Ed è così che ci rifugiamo sui social, anche fino allo sfinimento,  dove, finalmente, riusciamo a sfogare la nostra ansia e le nostre frustrazioni, queste ultime legittimamente figlie del momento che viviamo.

L’ostentazione ai tempi di coronavirus e facebook. Facile immergersi in un mondo virtuale per non pensare

Vi chiederete: ma allora che cosa ci rimane da fare?

Nulla, rispondo io, forse evitare di ostentare a tutti i costi sarebbe un buon modo per esorcizzare le fragilità.

Si dice che da ciò che si ostenta capisci di ciò che si è privi.

Sebi Roccaro

 

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