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Avola, nuovi sviluppi sul caso Sogert: l’Associazione “La Città che Vorrei” denuncia gravi illegittimità. La sindaca aveva tranquillizzato i cittadini

DI SEBI ROCCARO

Avola, nuovi sviluppi sul caso Sogert: l’Associazione “La Città che Vorrei” denuncia gravi illegittimità. La sindaca aveva tranquillizzato i cittadini

Avola – Si arricchisce di un nuovo, rilevante capitolo la vicenda che coinvolge la Sogert S.p.A. e le sue attività di riscossione per conto del Comune di Avola. Un vero colpo di scena, dopo la sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Siracusa e del Giidice di Pace di Avola intervenute sul difetto di legittimazione della Sogert e sulla illegittimità del sistema forfettario, arriva ora anche un chiarimento ufficiale dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) che potrebbe far crollare un altro pilastro della macchina esattoriale cittadina.

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L’avv. Vincenzo Campisi socio de “La città che vorrei”

I FATTI

Su richiesta dell’avvocato Vincenzo Campisi, socio dell’Associazione “La Città che Vorrei”, il MISE ha, infatti confermato, che la società Integraa Srl, incaricata delle notifiche degli atti per conto di Sogert, è stata autorizzata a operare in Sicilia solo a partire dal 14 dicembre 2023. Prima di tale data, dunque, la società non era in possesso dei requisiti per effettuare notifiche ufficiali sul territorio siciliano.

Il documento ministeriale, che l’associazione ha deciso di pubblicare integralmente per garantire trasparenza e informazione, conferma un sospetto già sollevato nei mesi scorsi: tutti gli atti notificati da Integraa Srl prima del 14 dicembre 2023 – inclusi gli atti esecutivi legati al canone idrico ed eventualmente anche alla TARI – sarebbero da considerarsi nulli per carenza dei requisiti previsti dalla legge.

Le implicazioni giuridiche sono gravi: si tratterebbe, secondo quanto sostiene l’Associazione, di pignoramenti e azioni esecutive senza validità giuridica, potenzialmente suscettibili di annullamento e persino di risarcimento del danno.

Ma ancor più grave è quanto statuito dal Giudice di Pace di Avola a proposito della legittimità del sistema forfettario per il pagamento del canone idrico. Già nel 2023 era stata segnalata la illegittimità di un sistema forfettario (pensato come un sistema temporaneo, ma divenuto nei fatti definitivo) che può funzionare solo con il consenso scritto del cittadino. Ebbene, l’Autorità giudiziaria ha condannato il Comune a restituire quanto pagato negli ultimi dieci anni per costituirebbe un indebito arricchimento (al netto, comunque, di una indennità per l’utilizzo del servizio).

Alllora la sindaca e l’assessore al bilancio Cancemi, anche con video, vedi LINK, “tranquillizzavano” i cittadini, ma i fatti dicono diversamente.

In pratica,  secondo l’avv. Campisi, la società INTEGRAA non era autorizzata prima del 14 dicembre 2023 a notificare gli atti in Sicilia. La domanda di variazione sarebbe stata presentata con pec prot 240596 del 14-12-2023 dalla stessa società, titolare di licenza speciale LISP/15/202015,  in cui si richiedeva al Ministero la estensione territoriale della licenza individuale speciale detenuta (anche) alla regione Sicilia.
Con nota di variazione “pec prot 240697 del 14-12-2023”, Amministrazione avrebbe confermato l’avvenuta variazione che pubblichiamo

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Il documento del Ministero

LE DICHIARAZIONI UFFICIALI

«Non è solo una questione tecnica – spiega l’avv. Campisi – ma una violazione palese dei diritti dei cittadini, che si sono trovati a subire atti di pignoramento da parte di soggetti non legittimati a notificarli o senza avere il potere (pubblico) di liquidazione e di accertamento. Questo è un vulnus giuridico e amministrativo che richiede immediata attenzione come segnalammo nel dicembre del 2023».

LE RICHIESTE DELL’ASSOCIAZIONE LA CITTÀ CHE VORREI

L’associazione “La Città che Vorrei” chiede ora un intervento immediato del Comune di Avola, affinché:

1. Sospenda ogni procedura di riscossione avviata con atti notificati da Integraa Srl prima del 14 dicembre 2023, soprattutto riguardo ai quei crediti che erano prescritti ma che alcuni cittadini (anziani, persone sole, ecc…) non hanno contestato;

2. Verifichi tutti i procedimenti esecutivi in corso per vizi di notifica dei pignoramenti e degli atti esecutivi per il canone idrico e per la TARI;

3. Apra un’indagine interna sulle responsabilità politiche e amministrative sull’accaduto.

LE CONCLUSIONI

Alla luce della doppia illegittimità ora confermata – sia da parte del Giudice tributario che da quello civile – l’intera catena delle attività esattive potrebbe essere seriamente compromessa.

Per i cittadini che hanno ricevuto pignoramenti dei conti correnti o notifiche di accertamenti riguardanti la TARI, l’Associazione suggerisce l’opportunità di valutare di rivolgersi al Giudice per tutelare le proprie ragioni.

In attesa di un chiarimento formale da parte del Comune, l’Associazione conclude: «Perché si è consentito che tutto questo accadesse laddove era stato prontamente segnalato? Chi risponderà per i costi che il Comune dovrà sostenere per il contenzioso pregresso e per quello che potrebbe iniziare per la dichiarata illegittimità del sistema forfettario? Non si gioca con i diritti dei contribuenti».

LA REPLICA DELLA SINDACA

Ad oggi non c’è ancora alcuna risposta da parte della prima cittadina sull’argomento denunciato dall’Associazione “La città che vorrei”. Siamo a completa disposizione per eventuale replica dell’amministrazione comunale o enti interessati.

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