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L’Inchiesta, Avola, incubo per un cittadino: pignorato il conto corrente nonostante avesse pagato il canone idrico, e non è il solo

DI SEBI ROCCARO

L’Inchiesta, Avola, incubo per un cittadino: pignorato il conto corrente nonostante avesse pagato il canone idrico, e non è il solo

La ricevuta di pagamento, – afferma il diretto interessato – ignorata dalla Sogert, solo dopo una diffida legale il pignoramento veniva revocato

Una vicenda kafkiana quella raccontata da un cittadino avolese che si è visto pignorare il conto corrente per un presunto mancato pagamento del servizio idrico, nonostante avesse regolarmente saldato la somma già nel 2021. Una storia che solleva interrogativi inquietanti sulla gestione delle riscossioni da parte della Sogert, la società incaricata dal Comune di Avola per il recupero dei tributi.

I fatti risalgono al 2023, quando il cittadino riceve una notifica di accertamento esecutivo per una rata del canone idrico relativa all’anno 2018. L’uomo, in possesso della ricevuta di pagamento effettuato due anni prima, nel 2021, si attiva immediatamente e invia – a suo dire – tutta la documentazione necessaria sia alla Sogert che all’Ufficio Tributi del Comune di Avola, tramite posta certificata.

Tutto sembrava risolto, finché nel 2025, due anni dopo, la sua banca gli comunica l’avvenuto pignoramento del conto corrente, causato proprio da quel presunto mancato pagamento. Sconcerto, amarezza e senso di impotenza: il cittadino – racconta – si trova catapultato in un incubo amministrativo che mette a rischio non solo la sua liquidità, ma anche la sua reputazione bancaria. “Inopinatamente nel 2025 la mia Banca – osserva il malcapitato – mi ha dato notizia di un pignoramento per mancato pagamento di una rata del canone idrico, già oggetto di una mia comunicazione alla Sogert e all’Ufficio Tributi del Comune, con invio della ricevuta del pagamento

Ancora una volta, – secondo quanto scritto alla nostra redazione -invia la ricevuta del pagamento alla Sogert tramite PEC, chiedendo l’immediato sgravio e la revoca del pignoramento. Ma dalla società, nessuna risposta. Dopo ripetuti solleciti telefonici, di fronte al silenzio dell’ente, il cittadino è costretto a rivolgersi a un avvocato. Solo a seguito di una formale diffida legale, finalmente, il pignoramento viene revocato.

Ho vissuto un incubo,” ci dice l’uomo. “La mia onorabilità con la banca è stata messa in discussione. Mi è stato detto che questo episodio poteva compromettere l’accesso a futuri finanziamenti o mutui.”

Il caso, purtroppo, non è isolato. Diverse segnalazioni stanno emergendo in città: cittadini che si sono visti recapitare pignoramenti nonostante abbiano già pagato quanto dovuto, con la beffa di dover dimostrare più volte la propria correttezza a fronte di errori amministrativi.

L’accaduto pone l’attenzione su due aspetti fondamentali: da un lato, la necessità di un sistema di gestione dei tributi più trasparente e aggiornato; dall’altro, l’urgenza di una maggiore tutela per i contribuenti che, pur avendo rispettato gli obblighi fiscali, si trovano a subire gravi danni morali ed economici a causa di inefficienze non imputabili a loro.

E viene da chiedersi: come mai le rassicurazioni espresse nel 2023 dalla sindaca e dall’assessore al bilancio Fabio Cancemi non hanno prodotto effetti concreti, se non l’acuirsi di queste situazioni? Una nostra fonte interna ha rivelato che il problema potrebbe risiedere nel passaggio di software di archiviazione da parte del Comune di qualche anno fa, durante il quale i dati non sarebbero stati correttamente salvati. Se ciò fosse vero, saremmo di fronte a un fatto gravissimo.

Ma in ogni caso, se il Comune era consapevole della possibile incompletezza dei dati, perché ha permesso l’invio massivo delle cartelle esattoriali o delle richieste di pagamento senza effettuare prima i dovuti accertamenti? Perché non ha chiesto chiaramente la collaborazione dei cittadini, che – ne siamo certi – avrebbero risposto con senso civico e disponibilità, proprio per il bene della collettività?

Un altro caso gravissimo riguarda una invalida avolese che, tramite il suo legale, ci riferisce” la signora prende la pensione di invalidità, pertanto è impignorabile, ma che ugualmente,  mettendosi “in protezione”, la banca blocca il conto della mia cliente avendo ricevuto il pignoramento dalla Sogert. Solo dopo le mie diffide viene sbloccato il conto della povera invalida alla quale la Sogert non poteva richiedere il pignoramento. Potete immaginare i problemi che ha dovuto affrontare  perchè per lo sblocco del conto abbiamo dovuto aspettare.”
Ma non è finita. Ci arrivano ancora segnalazioni di somme non dovute, come nel caso che vi abbiamo raccontato, o di cittadini che non hanno ricevuto alcuna notifica e che si sono trovati col il conto corrente bloccato e pignorato.
Ma ne parleremo ancora…. intanto domande che attendono risposte. Tuttavia a pagare, sono ancora una volta i cittadini che solo attraverso i legali sono riusciti a evitare conseguenze drammatiche.

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