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L’editoriale: il caso Caruso scuote gli avolesi. La sindaca nel mirino, ma il suo ruolo richiede equilibrio

DI SEBI ROCCARO

L’editoriale: il caso Caruso scuote gli avolesi. La sindaca nel mirino, ma il suo ruolo richiede equilibrio

Ha suscitato forti reazioni la denuncia andata in onda su Canale 8 nella giornata di ieri, in cui Paolo Caruso, cittadino avolese, ha raccontato la vicenda legata alla prolungata attesa della sepoltura del padre deceduto e solo dopo quattro mesi ha trovato degna sepoltura. Al centro della protesta la richiesta da parte del Comune di una somma per il rinnovo della concessione cimiteriale, che – secondo il denunciante – non sarebbe dovuta.

Caruso ha spiegato che la tumulazione non è stata possibile perché il Comune avrebbe subordinato l’accesso al loculo di famiglia al pagamento di un presunto rinnovo. “Non c’è stata umanità – ha detto – Paolo Caruso”.

Le dichiarazioni, cariche di comprensibile dolore e frustrazione, hanno rapidamente trovato eco sui social e in diversi ambienti della città, innescando un’ondata di critiche rivolte all’amministrazione comunale.

L’accusa: pagamento richiesto e non spettante

Secondo quanto sostenuto da Caruso, la richiesta del Comune non era dovuta, trattandosi di una concessione cimiteriale perpetua, anche alla luce della sentenza del Tar Catania che avrebbe sancito il principio di non versare alcun corrispettivo rispetto a quanto già versato al momento del rilascio della concessione cimiteriale. La questione sarebbe legata a un problema burocratico e interpretativo, con effetti però molto concreti sulla vita (e sul lutto) delle persone coinvolte.

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Uno stralcio della sentenza del Tar Catania che sancisce il principio di non versare corrispettivi rispetto a quanto già pagato al momento del rilascio della concessione cimiteriale

La denuncia pubblica ha rinfocolato il dibattito su quella che alcuni cittadini percepiscono come una gestione eccessivamente formale e distante da parte dell’amministrazione. Tuttavia, la vicenda merita di essere osservata nella sua complessità, evitando giudizi affrettati sulla sindaca .

L’amministrazione al momento non replica

Fino a questo momento non è arrivata una risposta ufficiale dal Comune o dalla sindaca Rosanna Cannata, che si è limitata a non commentare pubblicamente il caso, almeno per ora. Potrebbero essere in corso accertamenti interni su quanto raccontato da Paolo Caruso alla nostra emittente o approfondimenti normativi o ancora valutazioni personali che eviterebbero l’esposizione pubblica.

Va sottolineato che la gestione di una città comporta spesso decisioni difficili, in cui occorre bilanciare l’osservanza delle norme con la sensibilità verso i casi umani. E il sindaco, in quanto figura istituzionale, ha il compito di garantire equità, rispetto delle regole e tutela dell’interesse collettivo – anche a costo, a volte, di non riuscire ad accontentare tutti.

Un clima di tensione da ricondurre al confronto

Negli ultimi tempi, l’amministrazione Cannata è stata oggetto di diverse critiche da parte di una porzione della cittadinanza, che contesta un approccio giudicato troppo rigido o distante. Tuttavia, è doveroso ricordare che ogni sindaco agisce all’interno di un sistema complesso, vincolato da leggi, regolamenti e risorse limitate. Semplificare o ridurre tutto a una questione di sensibilità personale rischia di offuscare il reale quadro amministrativo.

La necessità di chiarezza e dialogo

La vicenda sollevata da Caruso merita attenzione e chiarezza, soprattutto per il suo valore simbolico: tocca un ambito profondamente umano come quello del lutto e del rispetto dei defunti. Ma rappresenta anche un’occasione per migliorare il dialogo tra istituzioni e cittadini, evitando il rischio di polarizzazione.

In attesa di una posizione ufficiale dell’amministrazione, la comunità avolese osserva con attenzione l’evolversi della situazione. La speranza è che si giunga in tempi brevi a un chiarimento formale, che permetta di risolvere la questione e – più in generale – di costruire un clima di confronto più sereno in città, in cui il rigore delle regole possa convivere con l’ascolto e il buon senso.

L’episodio, purtroppo, non isolato sulle tumulazioni al cimitero di Avola, si spera possa portare ad affrontare con più serenità le situazioni di criticità.

Le mie riflessioni 

Il caso Caruso può (e forse dovrebbe) diventare un’occasione per riflettere sul modo in cui intendiamo oggi il rapporto tra cittadini e istituzioni. Pretendiamo trasparenza e partecipazione, ma quanto partecipiamo davvero? Vogliamo amministratori presenti e competenti, ma quanti siamo disposti a candidarci, a contribuire, a supportare un lavoro tanto ingrato quanto fondamentale?

In un tempo in cui l’informazione corre veloce e la pazienza è un bene raro, rimettere al centro la complessità del ruolo di un sindaco non è solo un gesto di equilibrio: è un atto di maturità democratica.

Questo editoriale della domenica non intende difendere o giustificare alcuna specifica azione politica, ne prendere parte a nessuna delle due posizioni, ma aprire uno spazio di riflessione sul ruolo istituzionale e sull’importanza di un dibattito pubblico civile e consapevole.

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