NewsProvincia di PalermoProvincia di Siracusa

L’Ance Sicilia in difesa della legge regionale sugli appalti: “Garantisce trasparenza e legalità”

Palermo (04/03/2016) – “L’articolo 97 del nuovo Codice degli appalti appena approvato dal governo nazionale, riguardo al metodo di determinazione delle offerte anormalmente basse, riprende il criterio previsto dalla legge regionale 14 del luglio 2015 attualmente in vigore in Sicilia e che sin dalla sua applicazione ha azzerato l’eccesso di ribassi anomali in tutte le gare celebrate nell’Isola da metà luglio 2015 in poi. Affermare, dunque, che la legge regionale sugli appalti in vigore ‘favorisce la mafia e va per questo abrogata’ equivarrebbe a sostenere che favorisce la mafia anche il nuovo Codice degli appalti voluto dal premier Matteo Renzi e dal presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone”.

Lo dichiara il presidente dell’Ance Sicilia, Santo Cutrone, nel ricordare inoltre che “il testo finale di questa legge del 2015, nata come proposta, fra gli altri, dell’allora presidente M5s della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino, è frutto di un emendamento del governo Crocetta – lo stesso che ora vorrebbe abrogarla ripudiando una propria ‘figlia’ – al termine di pubblici confronti svoltisi alla luce del sole nelle commissioni di merito (senza quindi bisogno di ‘avvicinare’ alcun deputato) ai quali hanno partecipato tutte le associazioni di categoria e i sindacati“.

“In verità – conclude Cutrone – , stando ai riferimenti temporali, possiamo intuire che il provvedimento al quale si riferiscono le indiscrezioni di stampa e che sarebbe stato oggetto di attenzioni ‘lobbistiche’ da parte di mafiosi e imprenditori altro non sia che il ddl 488-762, esitato per l’Aula il 16 luglio 2014 (che, a nostra memoria, non è mai stato approvato dall’Ars) il cui contenuto è assai diverso dalla legge attualmente in vigore; legge che, come detto, l’Ance Sicilia sostiene perché ha in sé principi e soluzioni tecniche efficaci, la cui validità è stata confermata dal nuovo Codice degli appalti e anche dall’impugnativa della Presidenza del Consiglio dei ministri che si riferisce al perimetro della potestà legislativa regionale e non al metodo di esclusione delle offerte anomale”.

 

Pubblicità