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Intervento del Sindaco di Siracusa per l’arrivo del corpo di Santa Lucia

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del Sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo per l’arrivo del corpo di Santa Lucia

 

Siracusa, 14 dicembre 2014

Eccellenze reverendissime, monsignor Francesco Moraglia e monsignor Salvatore Pappalardo; autorità religiose e civili; siracusani tutti.

Accogliamo oggi con gioia e devozione il santo corpo di Lucia, la nostra patrona, esempio per tutti di altruismo e di amore verso gli altri attraverso Dio. Grazie, monsignor Pappalardo, per la felicità che ci viene concessa e per avere reso possibile questo incontro; e grazie, monsignor Moraglia, per la sensibilità dimostrata nell’ascoltare il messaggio di fede di una città che vede in Lucia uno dei pilastri portanti della propria cultura e della propria storia. Un legame solido, sperimentato quotidianamente, che si estrinseca in maniera visibile in questi giorni di festa e di riflessione; oggi, come 10 anni fa, ancora più intesi e sentiti.

 Quel lontano 304, l’anno del martirio, segna, nella sua tragicità, un punto di svolta nella crescita etica e spirituale della nostra comunità. Lucia, figlia di una famiglia benestante, si donò a Dio e, con la stessa convinzione e gli stessi sentimenti, aveva deciso di donare i suoi beni ai poveri. Sacrificò se stessa per un fine più alto che non poteva prescindere dalla solidarietà.

  La nostra patrona, santa della luce e protettrice della vista, ci indica la strada e, come sempre, ci invita a guardare oltre di noi ed oltre il nostro microcosmo. Ci invita a guardarci dentro e a guardarci attorno, a comprendere le ragioni, la condizione e le sofferenze di chi ci sta vicino per farcene carico.

  Impossibile non cogliere il senso di questo messaggio. In questi anni di crisi, di conflitti, di rapporti contrassegnati dalla violenza, la martire siracusana ci chiede di aprirci, di essere accoglienti, di essere fratelli e sorelle di stranieri, bambini, anziani, poveri, giovani, donne e uomini. Ci chiede di non delegare ma di intervenire direttamente e responsabilmente, mossi da un solo fine: l’amore.

 Si può essere laici o credenti, l’esempio altissimo di Lucia coinvolge tutti. Dovremmo ricordarcene, noi siracusani, e tentare, almeno tentare, di esserne degni.

 Giancarlo Garozzo

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