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Ferruccio Soleri, a Siracusa l’Arlecchino più famoso al mondo

Ferruccio Soleri, a Siracusa l’Arlecchino più famoso al mondo

Ferruccio Soleri incontrerà il pubblico, giovedì 21 novembre, alle 18,30,

nel Salone Amorelli di Palazzo Greco, in corso Matteotti.

L’attore fiorentino entrato nel Guinness dei primati come colui che più di tutti ha interpretato Arlecchino, la celebre maschera goldoniana, ripercorrerà oltre sessant’anni di carriera.

Il giorno dopo, venerdì 22 novembre, insieme a Carlo Boso, altro grande interprete e maestro della commedia dell’arte,

Soleri terrà un workshop riservato agli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico, sezione Giusto Monaco.

Ferruccio Soleri, a Siracusa l’Arlecchino più famoso al mondo
Ferruccio Soleri, a Siracusa l’Arlecchino più famoso al mondo

L’attore fiorentino, Leone d’oro alla carriera 2006, ha interpretato per la prima volta il personaggio di Arlecchino nel 1960 a New York.

Da quel momento con mente,

cuore e muscoli ha portato la maschera di Goldoni in tutto il mondo esibendosi anche davanti alla regina Elisabetta e ricevendo i complimenti di attori come Laurence Olivier.

Soleri, nell’interpretazione costruita insieme a Giorgio Strehler a partire dal 1947, è salito sul palcoscenico in più di 50 nazioni fino a 88 anni,

quando ha deciso di affidare il personaggio simbolo della commedia dell’arte all’attore Enrico Bonavera e di dedicarsi solo alla cura artistica della messa in scena.

Ferruccio Soleri, a Siracusa l’Arlecchino più famoso al mondo

L’appuntamento di giovedì 21 novembre sarà per questo una grande occasione, per tutta la città, di incontrare Ferruccio Soleri,

ambasciatore Unicef e Grande Ufficiale della Presidenza della Repubblica Italiana, e ascoltare il racconto di una lunga storia d’amore tra l’attore, il teatro e la commedia dell’arte.

 

“L’Arlecchino di Soleri ha iniziato al teatro migliaia di spettatori in sei decenni di rappresentazioni in tutto il mondo – dichiara il Sovrintendente Antonio Calbi –.

Se ho scelto di lavorare per il teatro lo devo anche a lui, quando,

all’età di 14 anni, la professoressa di chimica e biologia del liceo artistico che frequentavo a Milano, ci portò per la prima volta in via Rovello, sede storica del Piccolo Teatro.

L’emozione che provammo grazie alla magia di quell’allestimento e del suo protagonista folgorò molti di noi adolescenti”.

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