Duro monito di Paolo Caruso su social alla sindaca Cannata: “così uccide la politica”
DI SEBI ROCCARO
Dopo il consiglio comunale di sabato scorso continuano le polemiche. A far discutere è il duro monito di Paolo Caruso alla sindaca, condiviso da parecchi cittadini sui social. E poi a noi dice: “senza dialogo la sindaca uccide la politica”
Il riferimento di Caruso è, appunto, al Consiglio comunale di Avola, svoltosi sabato 14 giugno e precisamente nella questione degli allacci idrici e delle relative controversie che ha acceso un acceso dibattito, culminato nell’intervento critico e appassionato di Paolo Caruso in un post sul suo profilo Facebook, sempre impegnato in attività sociali e negli scout.
“No, Sig. Sindaco, con tutto il dovuto rispetto verso chi ricopre una carica istituzionale, non diamo da berla ai cittadini!” – ha esordito Caruso – “Si ricordi che in consiglio Ella è il Sindaco dei cittadini, non l’avvocato dell’amministrazione o di una società!”
Un intervento forte, diretto, che ha voluto mettere al centro il senso autentico dell’azione politica: la difesa dell’interesse pubblico e l’ascolto dei cittadini. In particolare, Caruso ha contestato alla sindaca un atteggiamento eccessivamente tecnico e legalista:
“Ho ascoltato, non un discorso da Sindaco con la gente e per la gente, ma un’arringa da scaltro, navigato principe del foro che sventola sentenze, paventa impugnazioni, valuta presunte sviste dei giudici e minaccia il ricorso al penale. No, questa non è politica, è la morte di quest’ultima!”
l’immagine della Sindaca riprodotto nel post Facebook di Paolo Caruso
Caruso da noi sentito rincalza anche sul tema cimitero di Avola: “il sindaco forse dimentica – sottolinea Caruso – che il sottoscritto ha avuto una perdita, quello di mio padre e che ho dovuto subire una gravissima ingiustizia: il feretro di mio padre è stato trattenuto ingiustificatamente per quasi 4 mesi senza poterlo seppellire nella tomba di famiglia sol perché il Comune voleva indurmi a pagare un rinnovo di concessione non dovuta. Una vergogna assoluta”
Caruso ha voluto chiarire con forza un principio:
“Il concetto che vorrei passasse è che l’uomo politico deve venire incontro ai cittadini, non contro.”
E ha portato un esempio concreto:
“Vedi il cimitero di Avola, dove l’amministrazione sbaglia palesemente modificando il regolamento e si incaponisce nel portare avanti il proprio convincimento, costringendo il cittadino a ricorrere a proprie spese. Così uccidi la politica e non favorisci il dialogo. Se fai una norma sbagliata e ti accanisci perché devi fare cassa, non sei più al servizio del cittadino: ti opponi al cittadino, non aiuti a risolvere la problematica.”
La questione centrale posta da Caruso è politica, non giuridica: chi amministra deve prima di tutto ascoltare e correggere il tiro quando sbaglia. Il buon governo si misura sulla capacità di risolvere i problemi, non sull’efficacia nel sostenerli in giudizio.
“La buona amministrazione previene e risolve i contenziosi ancora prima di arrivare davanti ai giudici, per ragioni di economia non li alimenta, non si nasconde dietro le sentenze favorevoli.”
Altro punto critico sollevato: l’asimmetria tra il cittadino, che affronta il giudice con i propri mezzi, e l’amministrazione che agisce con fondi pubblici:
“Il cittadino ricorre al Giudice con i propri soldi, frutto di lavoro e sacrificio; gli amministratori, lautamente pagati dai cittadini, fanno contenzioso con i soldi dei cittadini, rischiando nulla!”
Caruso ha anche fatto notare la connessione tra politica locale e nazionale, ricordando come la maggioranza parlamentare, in cui milita il fratello della sindaca, abbia recentemente eliminato il reato di abuso d’ufficio. Il riferimento, per nulla casuale, rafforza l’idea che la politica debba essere chiamata a maggiore responsabilità.
A queste osservazioni si aggiungono considerazioni che riflettono il clima di crescente distanza tra istituzioni e cittadini.
La sindaca affermò in consiglio comunale che chi ha un allaccio abusivo e fa ricorso rischia una denuncia penale se non si mette in regola con un contratto di fornitura di acqua, criticando chi fa ricorso sapendo di essere abusivo. Una dichiarazione che ha suscitato reazioni immediate e preoccupazioni diffuse. Un linguaggio simile, pur essendo basato su un principio di legalità, allontana i cittadini dalla vita politica locale ? In un contesto dove i cittadini già vivono una distanza crescente dalla politica, usare la leva penale come strumento di comunicazione istituzionale rischia di produrre l’effetto opposto? Paura invece che fiducia?
Il cittadino avolese, storicamente abituato a un confronto più sobrio e diretto, si chiede oggi dove stia andando la politica cittadina?
Forse è il momento – come lo stesso Caruso ha auspicato – di “cambiare registro”, abbassare i toni e tornare al dialogo. Perché la politica, per essere viva, deve essere al servizio delle persone, non sopra di esse.
Naturalente se la Sindaca vuole replicare alle affermazioni pubbliche di Paolo Caruso siamo ben lieti di ospitarla anche in Tv a canale 8 o qui a canale8news.it