Dietrofront sulle Province. – Adesso che si è arrivati al caos ci si accorge che le Province erano essenziali. – Lo dice il Presidente dell’ Anci nazionale Piero Fassino criticando le scelte del governo: “Abbiamo sbagliato a convincere e a convincerci che le Province non servivano”.
Impietoso verso il Governo nazionale di Renzi e di quello regionale di Crocetta il j’accuse dell’ex segretario nazionale dei Ds e oggi Presidente dell’Anci nazionale, nonché sindaco di. Torino, Piero Fassino. Davanti allo sfascio degli enti locali derivante dalla pseudo riforma Delrio e della trasformazione delle Province in Città’ Metropolitane, Fassino si mostra preoccupato. E non è il solo. In tanti ora non ci stanno a essere travolti dalle sabbie mobili di una riforma istituzionale che sembra non avere ne’ capo n’è’ coda; ma, fatta sull’onda emozionale di dare un calmante all’opinione pubblica per coprire ben altri sprechi. Lo stesso Graziano Delrio, autore della riforma nazionale, non riesce a traghettare. “Abbiamo sbagliato – afferma in un’intervista rilasciata a Italia Oggi Fassino – a convincere e a convincerci che le Province non servivano. I nuovi enti di secondo livello che ne prenderanno il posto rischiano di nascere monchi, poiché c’è confusione sulle competenze, sulle risorse, sui debiti. Se il governo non cambierà’ il contenuto della legge di stabilità’ non ci saranno i soldi per gestire le Città’ metropolitane e si finirà’ ancora una volta nel mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, fallendo in quello che doveva essere l’obiettivo principale dell’abolizione delle Province: permettere un cospicuo risparmio nella spesa pubblica. Le risorse su cui dovranno contare i nuovi enti dovranno essere propri e, quindi, non sottratte ai Comuni anche se l’apparato amministravo sarà’ ereditato dalle Province”. Che ci sia maretta in vista del primo gennaio, quando, secondo la legge nazionale tutti i nuovi enti dovranno entrare in funzione lo conferma Antonio Gabellone, presidente uscente della Provincia di Lecce, che ha addirittura inviato due lettere di diffida, a Renzi e al presidente della sua Regione, Nichi Vendola. “Ci dica Vendola subito quali funzioni dovrà’ gestire la Provincia e quanti soldi avrà’ a disposizione, altrimenti dovrà’ rimborsarci ogni singolo euro speso in cultura, turismo, trasporti scolastici e assistenza sociale”. Si naviga ancora nel buio poi in Sicilia dove il Governo Crocetta e l’Ars non hanno ancora deciso che tipo riforma attuare dopo la legge di abolizione delle Province e il Commissariamento prolungato di due anni. Ai Comuni in forti difficoltà’ finanziarie si è aggiunta la paralisi organizzativa e finanziaria delle nove province siciliane che sino all’8 aprile rimarranno commissariate anche se, sino a oggi, neppure la Sciarelli di “Chi l’ha visto” ha scovato i nuovi commissari straordinari che Crocetta tarda a nominare. Una triste telenovela scaricata sulla cancellazione di servizi essenziali per i cittadini.
Gabriele Battaglia