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(Video) Dieci indagati, tre arrestati fra sotto ufficiali e ufficiali della Marina Militare di Augusta. Operazione ” Ghost ship” della Finanza per i falsi rifornimenti alle navi collegata a “Mafia Capitale”.

Si allarga ancora l’indagine della magistratura sulla mafia capitolina che sta interessando la corruzione e gli intrallazzi nelle forniture e nella gestione di servizi anche per gli immigrati, i Roma e non solo, partita da Roma. Toccano sempre di più la Sicilia i collegamenti del malaffare delle persone coinvolte nella capitale. Dopo le indagini sui centri di accoglienza del Cara di Mineo e di Melilli ora l’inchiesta mette in evidenza altri illeciti. Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma ha avviato l’operazione “Ghost ship” nell’ambito delle indagini”Roma di mezzo” scoperchiando un altro pentolone. Quello delle frodi nelle forniture alle pubbliche amministrazioni, si anche alla Marina Militare. Milioni di litri di gasolio risultato venduto e depositato nei serbatoi della Marina Militare di Augusta però mai arrivato. Addirittura a trasportarlo una nave cisterna fantasma, la Victory I naufragata nel settembre 2013 nell’Oceano Atlantico con marinai ancora dispersi che secondo i documenti falsificati era ancora in attività. Pur non avendo mai attraccato al Porto di Augusta la fornitura di oltre 11 milioni di litri di gasolio navale per un valore complessivo di 7 milioni di euro risultava eseguita con tanto di pagamenti alla ditta danese O.W. Supply riconducibile a un titolare di appalto con l’amministrazione della difesa italiana. La falsa attestazione degli avvenuti rifornimenti al Porto di Augusta avveniva grazie alla complicità di militari della Marina: Mario Leto, Capitano di Corvetta, capo deposito della Direzione di commissariato Militare Marittimo di Augusta; e Sebastiano Distefano I Maresciallo della Marina Militare, Capo reparto combustibili della medesima direzione.  Questi i contatti ad Augusta dell’associazione riconducibile al romano, già in carcere e a capo dell’organizzazione, Massimo Carmignati. La stessa organizzazione contava sull’appoggio di altri contatti all’interno della Marina Militare che attestavano le false consegne. Si tratta dei marescialli Salvatore De Pasquale e Salvatore Mazzano, destinatario di custodia cautelare in carcere; e, del tecnico chimico Francesco Ippolito che attestava invece la qualità del prodotto mai arrivato nei depositi della Mariana ad Augusta. Dieci in tutto gli indagati e sei le ordinanze di custodia cautelare. Per un danno all’erario dello Stato stimato in più di sette milioni di euro.

Andrea Bologna

 

 

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