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Culotti su abolizione circoscrizioni: “Non possiamo tollerare colpi di scure!!”

Il Presidente della circoscrizione Neapolis interviene sull’annunciata abolizione dei quartieri da parte del sindaco Garozzo: “Quando si parla di riduzione dei costi della politica, argomento serio e molto sentito dai cittadini, l’approccio che un’amministrazione seria dovrebbe tenere è quello di effettuare tagli non lineari ma studiati per bene, quasi chirurgici”. Così esordisce Culotti utilizzando una metafora, e così prosegue: “Invece del bisturi però, il sindaco Garozzo sceglie di usare la scure, annunciando via Facebook l’abolizione totale e scriteriata di un organo necessario per il confronto diretto con i cittadini, primo livello istituzionale con il quale rapportarsi in caso di problematiche concrete”.
Continua Culotti: “al di là del metodo scelto per annunciare una così importante riforma, irrituale e mortificante per tutti i rappresentanti regolarmente eletti nei vari consigli di circoscrizione, questa uscita del sindaco temo nasconda un poco velato tentativo di imbavagliamento nei confronti di istituzioni che rappresentano un costante pungolo nel fianco dell’amministrazione, segnalando quotidianamente problematiche e disservizi e venendo tra l’altro spesse volte ignorate”.
Il presidente della circoscrizione Neapolis, inoltre, fa eco a Romano circa i gettoni di presenza, confermando che, se il problema sono i 3 mila euro annui di budget assegnati o i gettoni di presenza, già abbondantemente ridotti in passato, le circoscrizioni sarebbero disposte a valutare nuove proposte, ricordando però che l’allora capogruppo del PD Giancarlo Garozzo aveva sostenuto con forza la destinazione dell’1,5% del bilancio proprio al decentramento. “Se è il caso rinunceremo anche ai poco più che simbolici gettoni – continua Culotti – Non pensi però il signor Sindaco che nascondendo sotto il tappeto le circoscrizioni si liberi in un sol colpo di tutti i problemi da noi segnalati in questi mesi; al contrario, il rischio è quello di avere cittadini ancora più frustrati e arrabbiati, perché privati del necessario riferimento istituzionale e quindi, ancora una volta, lasciati abbandonati a sé stessi”.

 

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