Provincia di SiracusaSiracusa

Caso Ciccarello; interviene l’Agirt

Massimo Ciccarello ha fatto semplicemente il suo dovere di giornalista quando ha scritto sul giornale LaNota7.it di un post pubblicato da Teo Paratore, all’epoca consigliere comunale 5 Stelle ad Augusta, in cui si strumentalizzava pesantemente la morte della giornalista maltese Dafne Caruana Galizia. Lo ha stabilito il Giudice per le indagini preliminari di Siracusa, archiviando la querela “temeraria” che era stata intentata per imbavagliarlo.
Il tentativo di abusare del codice penale per condizionare il lavoro del direttore di Error404.online, già dirigente di Assostampa e componente del direttivo dell’Agirt, si è infranto fragorosamente contro l’articolo 21 della Costituzione. Il  pubblico ministero lo aveva evocato espressamente nella sua richiesta di non luogo a procedere. Il Gip lo ha nuovamente richiamato nella sua sentenza di archiviazione, ricordando “la giurisprudenza di legittimità, nell’ottica di un condivisibile allargamento delle maglie della tutela penale della reputazione in funzione di un più vasto e meno timido controllo democratico sul comportamento dei pubblici poteri”.
L’Unci lo scorso anno si ero occupato del caso Ciccarello, nel convegno “Cronisti minacciati in Sicilia: mai soli”, svoltosi ad Augusta per fornire una scorta mediatica all’attività giornalistica di quei colleghi maggiormente esposti alle intimidazioni. Una vicenda che anche l’Agirt aveva seguito con grande attenzione e preoccupazione, per gli inquietanti risvolti che facevano da sfondo a un palese tentativo di condizionare la libertà di informazione nella nostra provincia quando si occupa di settori ben precisi delle istituzioni.
“E’ triste che debba essere la magistratura a ricordare alla politica come la democrazia si alimenti del lavoro critico dei giornalisti. Tuttavia è confortante constatare come la Libertà di stampa sia ancora robustamente garantita dall’articolo 21 della Costituzione; nonostante i tentativi di neutralizzarlo attraverso le querele-bavaglio, o l’uso arbitrario delle proprie prerogative istituzionali”, ha commentato Pippo Cascio, presidente dell’Agirt.

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