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Bono non ci sta e ribatte ancora a Cannata: “pronto ad un confronto pubblico”

Avola 2 ottobre 2016 – Dopo le polemiche di questi giorni che hanno visto da una parte l’ex sottosegretario Bono e dall’altra l’attuale sindaco Cannata confrontarsi da questo sito a furor di lettere aperte, Bono ci ha inviato una nuova risposta alle dichiarazioni di Cannata che pubblichiamo integralmente, dove invita il primo cittadino ad un confronto pubblico. Canale 8 è pronta ad ospitare entrambi per chiarire ulteriormente la vicenda: 

“Egregio signor Sindaco,
non pensavo di instaurare con lei uno stabile rapporto epistolare nel momento in cui ho deciso di scriverLe la prima lettera per avere informazioni sul futuro del porto turistico-peschereccio di Avola.
Evidentemente, in maniera ovviamente del tutto involontaria, devo avere toccato qualche nervo scoperto perché, pur non essendo né un suo competitore, né tanto meno avere mai avuto con lei alcun diverbio, ho registrato un atteggiamento sprezzante, sconfinante perfino in qualche passaggio della replica alla mia seconda lettera nell’insulto gratuito, e tutto semplicemente per averle chiesto se voleva dare seguito alla realizzazione di un’opera contenuta nel suo programma elettorale.
In tanti anni di attività politica a vari livelli istituzionali non mi era mai capitato di essere trascinato in una polemica, e ne ho fatte tante, solo per avere chiesto trasparenza. Il confronto in democrazia è un bene prezioso e tanto più vale quanto più si riesce a mantenerlo su toni reciprocamente rispettosi. Invece lei mi ha accusato di “saccenza” (saccenteria?) derivante da “ignoranza dei fatti” essendo stato a suo dire estremamente chiaro già nella prima risposta, che invece era generica ed evasiva, specie nei punti nodali della questione di come sbloccare concretamente l’opera, avendo lei volutamente omesso qualsiasi riferimento a bandi, avvisi pubblici e gurs, che invece, non a caso, ha correttamente citato nella sua replica.
Sui posti di lavoro credo che sia lei ad avere qualche lacuna informativa, poiché basta leggere la relazione allegata al vigente piano regolatore del porto di Avola e il relativo decreto di approvazione, per sapere che l’opera può allocare oltre 900 imbarcazioni che, con il coefficiente di 2,5 posti di lavoro per ogni posto barca, determinano appunto 2250 posti di lavoro tra diretto e indotto, da 10 anni negati a una città che vive una precarietà economica esasperante e senza prospettiva.
Non ha perso l’occasione, anche in questo passaggio, di rivolgermi accuse formali di responsabilità per avere contribuito negli anni passati a non risolvere il problema. Peccato che anche in questo lei abbia argomenti deboli perché dovrebbe sapere bene che in tutta la mia carriera ho avuto l’onore di essere, con la mia parte politica, forza di maggioranza ad Avola soltanto cinque anni, dal 2002 al 2007, con l’amministrazione Di Giovanni.
Dovrebbe anche ricordare che sono stati proprio i cinque anni in cui è stato ottenuto il piano regolatore del porto, strumento propedeutico e indispensabile alla realizzazione dell’opera, la procedura di evidenza pubblica, la selezione e relativa aggiudicazione all’impresa che avrebbe dovuto realizzare l’opera.
La sconfitta alle amministrative del 2007, cui lei contribuì, nel suo piccolo, determinata dall’inedita e politicamente scandalosa alleanza tra Forza Italia e Democratici di Sinistra, pilotata dai politici siracusani dei due partiti, che suscitò sbalordimento in tutta Italia, essendo stato l’unico caso di alleanza tra i due estremi per battere un partito alleato facente parte del centrodestra nazionale, buttò le basi per la nascita di un’amministrazione il cui principale obiettivo, a partire dal porto, fu di boicottare e, ove possibile, demolire l’attività realizzata nei cinque anni precedenti dall’amministrazione sconfitta.
Quindi, riepilogando, io e la mia parte politica in cinque anni abbiamo realizzato le condizioni per costruire un’opera di 2300 posti di lavoro, compresa l’aggiudicazione all’impresa che la doveva realizzare con fondi propri, le due amministrazioni successive e cioè quella del Dottore Barbagallo, di cui lei è stato uno dei sostenitori fondamentali con un assessore di personale riferimento in carica per quasi tutta la durata del quinquennio e la successiva da lei guidata, nei successivi 10 anni sul tema hanno ottenuto l’allontanamento dell’impresa aggiudicataria, il subentro di un’impresa inadeguata alla realizzazione dell’opera e quando anche questa è uscita di scena, è rimasto solo un assordante silenzio, unicamente scosso dalle mie domande con la lettera aperta.
Ci vada piano quindi con le accuse sulle responsabilità del passato e anche con le presunte dimenticanze da parte mia del funzionamento della macchina amministrativa, perché non ho mai preteso che lei all’indomani del 7 settembre uscisse con il bando pronto per la nuova procedura pubblica, ma consentirà che appare stupefacente, specie da parte sua, pronto com’è a comunicare costantemente i suoi punti di vista anche su argomenti meno rilevanti, l’assenza totale di qualsiasi commento dopo il 7 settembre sul tema del porto, salvo qualche accenno al riparo di contrada Falaride.
A tal proposito deve essere chiaro a tutti che la realizzazione del riparo di contrada Falaride non è una soluzione, ma una pezza alla mancata realizzazione del porto.
Infatti non c’è alcuna complementarietà tra il porto turistico-peschereccio, che si chiama così perché è nato per servire la nautica da diporto e la marineria locale, con un misero riparo, perché in presenza del primo, il secondo non avrebbe alcuna funzione.
Su un altro punto desidero essere estremamente chiaro e cioè sul fatto che non ho mai voluto minimizzare, né banalizzare il suo lavoro in ordine all’abbellimento della città, ivi compresa la piazza del borgo marinaro.
Ciò che però non può passare è la sua pretesa di attribuire a queste attività la valenza di opere strategiche per lo sviluppo, in primo luogo perché si tratta di un’affermazione priva di qualunque supporto tecnico ed economico e secondo perché l’insistenza su questo punto dimostra l’assenza di vere politiche per lo sviluppo e l’occupazione da parte della sua amministrazione.
Così come appare ingiustificato e pretestuoso il presunto merito che si attribuisce da se di aver aumentato il turismo ad Avola, essendo noto al mondo che il turismo è aumentato in Italia e in Sicilia in conseguenza delle ondate migratorie e dei rischi bellici che hanno messo in crisi tutte le località turistiche concorrenti del Mediterraneo, dall’Africa del Nord, al medio oriente e fino alla Turchia, determinando l’aumento esponenziale dei flussi turistici italiani e stranieri verso di noi. Un fenomeno già presente da qualche anno, che è stato anche certificato dalla stampa regionale lo scorso 25 settembre con la pubblicazione dei dati di incremento di bar e ristoranti in Sicilia nella misura di oltre 29.000 unità, pari al +13,8% dal 2012 a oggi.
In conclusione, quando le ho scritto la prima lettera mi sarebbe semplicemente bastato una sua dichiarazione di merito su ciò che l’amministrazione e lei stesso volevate fare per la realizzazione del Porto, come quella che dopo quasi due settimane di botta e risposta si è deciso finalmente a rilasciare nella sua replica del 26 settembre.
E cioè non solo la conferma che il porto rimane una priorità della sua amministrazione, ma anche la puntuale indicazione delle azioni a supporto di questa priorità, che sono poi le cose che fanno la differenza tra il fare e il dire.
È ovvio che la sua dichiarazione comporterà una verifica puntuale sull’esecuzione dell’impegno assunto e su questo credo che non c’è alcuna offesa nel dirle che personalmente starò attento ai progressi operativi, che a occhio e croce dovrebbero essere conclusi nell’arco di qualche settimana. Ecco perché, malgrado qualche caduta di stile, la ringrazio signor Sindaco per la sua risposta, che non solo finalmente chiarisce le intenzioni della sua amministrazione in merito a questa fondamentale opera strategica, ma ci dà anche il metro di valutazione temporale entro il quale appare prevedibile vedere la concretizzazione di queste intenzioni.
Per quanto riguarda le lettere proporrei di finirla qui, anche perché ho ottenuto quello che chiedevo di sapere.
Ovviamente non ho alcuna difficoltà, se lei ritenesse di insistere, nell’accettare il suo invito a un confronto pubblico sull’argomento, anche se personalmente non sento il bisogno di alcuna pubblicità e, al momento, non credo ci sia necessità di ulteriori approfondimenti sul tema. Possiamo rinviare semmai nel prossimo futuro, qualora i tempi per la selezione del nuovo soggetto da incaricare per la realizzazione del porto dovessero lievitare oltre misura.”

Un cordiali saluti

Nicola Bono

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