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Avola, una via per Sergio Ramelli. È polemica: “Scelta ideologica, tradisce i valori democratici e costituzionali”

DI SEBI ROCCARO


Avola, una via per Sergio Ramelli. È polemica: “Scelta ideologica, tradisce i valori democratici e costituzionali”

L’ANPI all’amministrazione: “Omaggiano simboli della destra neofascista, mentre ignorano la storia democratica della città”. Sotto accusa anche la gestione della memoria pubblica. Sullo sfondo, le immagini della commemorazione a Milano: 2.000 militanti con il braccio teso, disturbati da “Bella Ciao”

Avola – La proposta di intitolare una via a Sergio Ramelli scuote la città e infiamma il dibattito politico. Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso brutalmente a Milano nel 1975 da esponenti di Avanguardia Operaia, è da tempo diventato, peró, un’icona della destra neofascista. La mozione per dedicargli una strada ha provocato la dura reazione dell’ANPI locale, che parla di “scelta gravissima e ideologica”.

 

 

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mozione datata 29.5.2025 e firmata dai consiglieri di Fratelli d’Italia

“Questa amministrazione – denuncia Ciccio Urso, esponente dell’ANPI – ha una maggioranza assoluta e lavora per accreditarsi (…), perfettamente in linea con il governo nazionale. È un modo per garantirsi peso politico nelle future divisioni di potere?”. Secondo Urso, si sta costruendo una narrazione selettiva e distorta della storia: “Esaltano un caso isolato di violenza ai danni di un giovane di destra, ma ignorano i numerosi attentati e le violenze fasciste contro lo Stato e i cittadini democratici”.

La contestazione, però, non riguarda solo la figura di Ramelli. L’ANPI accusa l’amministrazione di favorire sistematicamente realtà associative legate alla destra e promuovendo una memoria “di parte”. Il riferimento di Urso probabilmente è legato alla Associazione Lamba Doria e quanto accaduto in piazza Vottorio Veneto il 27 febbraio, in occasione della giornata della memoria della “shoah”. “Da anni chiediamo una semplice targa per il generale Francesco Giangreco, figura importante per la storia democratica della città, ma nulla si muove – continua Ciccio Urso. Intanto si appongono targhe con date sbagliate e si finanziano iniziative che rispecchiano una sola visione ideologica. È un colpo alla cultura democratica che avevamo costruito nel tempo”.

A rendere ancora più tesa l’atmosfera, le immagini arrivate da Milano, dove un mese e mezzo fa si è tenuta la commemorazione per i 50 anni dalla morte di Ramelli. Oltre duemila militanti di estrema destra si sono riuniti in via Paladini, luogo dell’aggressione, per rendere omaggio al “camerata Ramelli” con il rituale del “Presente”: per tre volte il nome del giovane è stato gridato e per tre volte la folla ha risposto con il saluto romano, braccio teso e mano aperta. Una scena dal forte impatto simbolico, che ha suscitato allarme tra molti osservatori.

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Le immagini di Rai News sulla manifestazione di Milano

Ma quest’anno, qualcosa ha rotto la ritualità “fascista” del corteo: da una finestra delle palazzine vicine si è levato il canto partigiano “Bella Ciao”, simbolo della Resistenza e dell’antifascismo. Un gesto di rottura, spontaneo, che ha ricordato come la memoria storica sia ancora oggi terreno di scontro.

Per le strade del quartiere Città Studi in quei giorni sono comparsi manifesti per la chiamata alla commemorazione a Sergio Ramelli, Carlo Borsani, Enrico Pedenovi con disegnata la runa Tyr, una freccia utilizzata nella simbologia nazista, che si scaglia tra un cielo di fiamme.

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Il manifesto affisso nel quartiere Città degli Studi con disegnata la runa Tyr

Avola si ritrova così al centro di una controversia che tocca nervi scoperti: la gestione della memoria pubblica, il ruolo delle istituzioni locali nella tutela dei valori costituzionali, e il rischio – concreto – di vedere legittimati simboli e pratiche che appartengono a una storia di violenza e sopraffazione?  La mozione su Ramelli, intanto, oggi resta in discussione al consiglio comunale di Avola. E con essa, il futuro dell’identità democratica della città?

Interviene la presidente dell’associazione ANPI, Liliana Cababrese che sarà presente sabato in consiglio comunale e che afferma: “non si può togliere dal contesto degli anni di piombo e strumentalizzare la morte di Ramelli che era vittima, ma non l’unica, essendoci anche altri morti.
Vorrei capire cosa c’entra Ramelli con Avola e non la nostra storia? Quale messaggio arriva ai nostri giovani? Se Luca Cannata vuole dare un messaggio di fedeltà alla Meloni non lo faccia alle spalle degli avolesi. Siamo ormai stufi  di questi giochetti. – conclude Liliana Calabrese”

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