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Avola: il Tar accoglie il ricorso del comune sulla riapertura di Cavagrande

Avola, 3 gennaio 2017 – Il nuovo anno si apre con una notizia positiva per Avola e il turismo: la riapertura di Cavagrande non può più essere rimandata stando ad una sentenza del TAR  che accoglie il ricorso del Comune di Avola.

Più volte il Comune guidato dal sindaco Luca Cannata ha chiesto all’assessorato regionale Agricoltura e Foreste di realizzare “tutti gli interventi e le misure idonee per l’immediata riapertura della riserva”, ma le richieste sono rimaste inattese.

“Siamo soddisfatti per l’esito della sentenza che dimostra l’inadempienza della Regione e del suo dirigente gestore” – ha detto il Sindaco –  Un esito importante che dimostra anche la fondatezza delle nostre ragioni in questi due anni di battaglie contro la gestione inadeguata del dipartimento regionale“.

Dopo l’incendio del 25 giugno del 2014 –aveva detto Cannata tempo fa ai nostri microfoni  – abbiamo assistito a svariati annunci che promettevano la imminente riapertura mai concretizzatasi. Dopo l’atto di diffida e messa in mora inviato da me al Dipartimento Azienda regionale foreste demaniali e all’Azienda foreste demaniali non si è visto ancora niente di tangibile. Apprendo continuamente di presunti progetti esistenti per la risoluzione della situazione, ma nessuna proposta seria. Credo che chi ha il potere di intervenire debba farlo immediatamente senza cercare falsi alibi; pretendiamo risposte serie e siamo pronti a ricorrere al TAR se non otterremo una risposta alla diffida”.

Ora il ricorso al TAR è stato accolto quindi non ci sono più scuse per riaprire un sito dalla bellezza paesaggistica, naturalistica e storica fuori dal comune che deve essere valorizzata e resa fruibile e non rimanere chiusa per anni come è successo. Il sito rappresenta un elemento importante per lo sviluppo del turismo nel territorio. Si tratta del più profondo Canyon d’Europa prodotto dall’erosione di corsi d’acqua che ancora scorrono, superbi, sul fondo. Una delle più maestose e suggestive cave al mondo, oggitutelata come riserva naturale, che fu in epoca paleolitica sede di insediamenti abitati.

Purtroppo, come noto, in seguito all’incendio di vaste proporzioni verificatosi il 25 giugno del 2014, che ha distrutto moltissimi  ettari di vegetazione rendendo i sentieri poco sicuri,  l’Azienda Foreste Demaniali, in qualità di gestore della Riserva Naturale, ha ritenuto opportuno, per garantire l’incolumità dei suoi fruitori , chiudere i sentieri interessati direttamente o indirettamente dall’incendio.

Così questo splendido parco naturale è chiuso a residenti e turisti, anche se, in realtà, in molti continuano ancora ad andarci.

Da allora l’Amministrazione regionale ha più volte preannunciato la sua imminente riapertura che a distanza del notevolissimo tempo trascorso non è avvenuta, con gravissimo danno economico per gli operatori della zona e di immagine per la intera collettività locale in termini di fruizione turistica di un patrimonio naturale che registrava un flusso annuale di oltre centomila visitatori, flusso destinato via via ad aumentare a fronte delle numerose e recenti campagne pubblicitarie promosse anche dallo stesso comune di Avola in sede di partecipazione a fiere nazionali ed internazionali di promozione turistica, d’intesa anche con i comuni di Noto e Siracusa; l’importanza strategica del sito anche quale volano di sviluppo turistico ed economico dell’intero territorio comunale è confermata dalla iniziativa assunta dal Comune di promuovere l’iter per l’iscrizione della riserva di Cavagrande del Cassibile, tra i siti patrimonio dell’Unesco, che ha suscitato l’interesse ed in corso la valutazione degli organi preposti.

Ebbene, nonostante i solleciti con la partecipazione anche delle numerose Associazioni ambientaliste del territorio, non risulta allo stato che sia stato approvato e/o avviato alcun progetto di intervento per la pronta messa in sicurezza dell’area in questione, né indicata una data certa per la riapertura e l’accesso alla Riserva, benché rappresenti una delle aree protette maggiormente fruite dai cittadini e dai turisti provenienti da ogni parte del mondo con gravissimo danno d’immagine per lo sviluppo turistico ed economico del territorio e per le attività del territorio interessato da numerose strutture ricettive e di ristorazione.

Ilaria Greco

 

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