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Augusta: una nave carica di polveri dall’Ilva di Taranto

La Nave Rita BR sta per partire da Taranto diretta ad Augusta con 9.500 tonnellate di polverino derivante dalla lavorazione dell’acciaio all’Ilva di Taranto. Cos’è questo polverino? Polveri che vengono dall’altoforno, dall’agglomerato o dai camini ? Sono le polveri dei sacchi Big Bag ? Sono state effettuate delle analisi? Contengono diossine?

Ha provato a dare risposta a questi quesiti la Federazione dei Verdi e alcune risposte le ha in effetti trovate nelle carte processuali Ambiente Svenduto. Nel provvedimento di sequestro dell’area a caldo, il gip Todisco scrive infatti che «nella campagna di rilevazioni effettuate a giugno 2007 l’Arpa Puglia evidenziava una gestione illecita delle polveri degli elettrofiltri. Ovvero, evidenziava l’attribuzione di codici Cer per rifiuti non pericolosi a tali polveri che erano perciò smaltiti in una discarica sita all’interno dell’Ilva»… «le polveri – si legge ancora – derivanti dall’abbattimento dell’impianto di agglomerazione Ilva, vengono definiti come rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi e smaltiti in discarica per rifiuti non pericolosi di proprietà Ilva, all’interno dello stabilimento di Taranto». Per l’Arpa, però, «le polveri in realtà non potevano essere smaltite nei modi effettuati dall’Ilva trattandosi di rifiuti pericolosi (un campione) ovvero non pericolosi (tre campioni) da smaltire comunque in discariche per rifiuti pericolosi». Il giudice Todisco non usa parole tenere sulla vicenda. «La dissennata e criminale gestione delle polveri degli elettrofiltri appare in tutta la sua gravità – si legge nel provvedimento di sequestro dell’area a caldo – da un video allegato ad un esposto firmato da Angelo Bonelli e dai professori Fabio Matacchiera e Alessandro Marescotti nel quale è riportato un servizio filmato della Rai (TV7 – I figli dell’Ilva) mandato in onda il 9 marzo 2012 in cui è evidentissima la dispersione incontrollata di polveri che fuoriescono dai Big-Bag durante la loro movimentazione. Il video appare più eloquente di qualsiasi commento e lascia sconcertati ove si ponga mente alla circostanza che è proprio il contenuto di diossina di quelle polveri che è stato ritrovato nei terreni e negli animali». Polveri poi smaltite con modalità ancora da chiarire in luoghi probabilmente tutt’altro che idonei.

Ora – dicono Giuseppe Patti e Angelo Bonelli, rispettivamente consigliere nazionale e portavoce della Federazione Verdi – 9.500 tonnellate di polverino, vengono inviate ad Augusta in un‘area che viene chiamata il triangolo della morte per la presenza del petrolchimico più grande d’Europa e dove, come a Taranto, c’è un altissimo livello di mortalità. Perché portare altri veleni ad Augusta-Priolo-Melilli in un territorio già gravemente contaminato e provato dall’inquinamento?” In una lettera inviata al ministero dell’Ambiente, la federazione chiede che sia immediatamente ispezionata la nave e trovata una diversa soluzione.

Ilaria Greco

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