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Asili nido, Zappulla e Princiotta: “paradigma cattiva amministrazione”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato congiunto del deputato nazionale del PD, Pippo Zappulla, e della consigliera Simona Princiotta

“La vicenda degli Asili Nido rischia di rappresentare uno dei paradigma della cattiva amministrazione, delle gestioni poco trasparenti, dove i diritti dei cittadini rischiano di diventare terreno improprio per scorribande e per appetiti affaristici. La situazione diventa particolarmente odiosa e inaccettabile quando in discussione ci sono i diritti dei bambini, le loro famiglie, le lavoratrici e i lavoratori impegnati.

Il nostro principale obiettivo, anche con questa conferenza stampa, è quello di contribuire a fare chiarezza con una necessaria operazione verità su una gestione degli asili nido che lascia sconcertati e che si trascina zone d’ombra che non possono e non devono essere sottaciute.

Siamo certi che le indagini della Magistratura faranno giustizia ma alla politica spetta un altro compito: quello di non voltarsi dall’altra parte e di non fare finta di niente, ponendo i doverosi quesiti, le richieste di chiarimento, le denunzie delle zone limacciose.

Ci dispiace, ma non si può liquidare una vicenda che ha davvero tratti inquietanti e di incredibile gravità con la laconica e patetica affermazione che questo bando è nato sfortunato. Non è attingendo alla filosofia casareccia della buona e cattiva sorte che si possono spiegare vicende che invece intercettano precise responsabilità, scelte deliberate, interessi particolari; sicuramente i valori della serietà, della competenza e della responsabilità.

La delicatezza e la gravità della vicenda, invece, e la palese incapacità dell’Assessore al ramo di governare la vicenda, impongono che il Sindaco assuma direttamente la conduzione dell’intera materia. Se riterrà di non farlo si assumerà una responsabilità gravissima contribuendo alla degenerazione ulteriore di una vicenda che già allo stato emana cattivi odori.

Intanto il primo punto da illuminare attiene proprio ai finanziamenti ottenuti dal Comune di Siracusa attraverso i fondi Pac (Piano d’Azione per la Coesione). La Conferenza Unificata della Presidenza del Consiglio dei Ministri con le Regioni e le Province ha indicato con rigorosa precisione il criterio dell’attivazione di nuovi posti per il miglioramento qualitativo dell’offerta. Cioè i fondi aggiuntivi si ottengono solo se in quella realtà ci sono liste d’attesa che giustificano l’attivazione di nuovi posti. Se i dati forniti dallo stesso assessorato comunale alle Politiche Sociali sono veritieri, dal 2012-2013 si registrano, su 408 posti disponibili, 42 liberi. E con un crescendo anno dopo anno si arriva ad avere nel 2016 su 433 posti disponibili realmente occupati 276 con ben 156 spazi liberi. O non sono veri questi dati o non si capisce quali numeri sono stati forniti al ministero dell’Interno per ottenere il finanziamento.

In secondo luogo. Alla luce di questa graduale ma pesante diminuzione delle richieste perché invece di incentivare le famiglie all’utilizzo degli asili nido si è deciso di aumentare le tariffe proprio a partire dal 2016 del 20%??!! Oggi sulle famiglie siracusane grava una delle tariffe più alte d’italia, soprattutto alla luce del fatto che qui da noi non è previsto allo stato il tempo pieno. Per una famiglia media, con un reddito annuo Isee di 20 mila euro, il costo quantificato è di 234 euro al mese. Giusta, quindi, a maggior ragione, la battaglia fatta a suo tempo per impedire l’aumento della tariffa; legittima, e sostenuta dal buon senso, quella di chiedere di rivedere le tariffe abbassandole in modo da tale da incentivare anche altre famiglie ad utilizzare il servizio.

Terzo punto. In presenza di 156 posti liberi su 432 disponibili (cioè meno 36%), come mai il Comune ha autorizzato l’apertura di un nuovo asilo nido per 24 posti? Nuovo asilo che, non essendo di fatto mai stato attivato e non avendo alcuna richiesta e nessun bimbo, rischia la vandalizzazione dei locali e il furto di attrezzature e arredi acquistati con i 55 mila euro dei Fondi Pac. Si prevede un aggravio di costo di circa 150 mila euro e, mentre si continua a pagare per 432 posti, al contempo misteriosi appaiono le ragioni che hanno determinato la scelta di acquistare 54 waucher per l’acquisto di posti in strutture private. Non c’è bisogno, quindi,  di essere  inquirenti per sentire lo strano odore dell’affaire.

Quarto punto. Questa è la situazione comunque determinata da errori del Comune e non si può paradossalmente far pagare ai bambini le scelte sbagliate commesse. Rispetto ai 35 bimbi di Cassibile che continueranno a frequentare lo stesso asilo nido privato della frazione (mentre con un colpo di scena inopinato 8 bimbi di Siracusa sono stati trasferiti dal privato al pubblico) ci chiediamo, in particolare, come farà il Comune di Siracusa a gestire la situazione dei 35 posti nell’asilo nido privato di Cassibile.  Infatti questa gestione viene effettuata in forza della determina dirigenziale n. 842 del 28 settembre 2015 che stabilisce l’acquisto di 53 posti nelle strutture private: 38 Garderie di Cassibile e 15 all’asilo Garderie di Siracusa per un periodo che va dal 28/9/2015 AL 28/2016. Parliamo di un servizio di 370 mila euro per 700 euro per ogni bimbo al mese. Ci chiediamo, ed è legittimo attendersi una risposta adeguatamente precisa: come ha fatto il dirigente Miccoli a far proseguire il servizio a Cassibile? Dove saranno attinti i fondi necessari per i prossimi mesi? E se si pensa di anticipare i waucher destinati al prossimo anno scolastico, è lecito chiedere se le procedure e la legge lo prevedono e lo consentono? Una cosa è per noi certa:  i bambini di Cassibile e il personale impegnato non potranno pagare il prezzo di eventuali errori e  di gestioni che definire superficiali e leggere ci appare un eufemismo.

Quinto punto. Dopo che lunghe ed estenuanti ‘trattative delicate ed equilibrate’, in prima battuta, prevedevano la distribuzione di questi waucher a ben 5 strutture, il dirigente Pisana,  avendo  esagerato in ‘generosità’, accreditando strutture che non potevano perché non inserite nello specifico albo regionale,  ha dovuto atterrare nella già citata determina n. 842. Ma qui emerge un’altra perla da colpo di scena. L’affidamento del servizio e i relativi pagamenti vengono effettuati in ragione di questa determina che però registra un colpevole e gravissimo errore: Dirigente, Assessore e Sindaco dimenticano  di pubblicare nell’albo pretorio la stessa determina che in tal modo non può produrre effetti concreti.

Una determina se non viene pubblicata non esiste sul terreno della validità giuridica e non può quindi produrre effetti. L’affidamento ed il resto si evidenziano dunque illegittimi e non validi. In ragione di quale atto giuridicamente efficace sono stati autorizzati i gestori e realizzati i pagamenti? Se quel che affermiamo è infondato lo si dimostri, altrimenti  ci sono responsabilità gravissime che non possono essere sottaciute.

Perchè il gestore ha di fatto effettuato il servizio e non può non essere pagato. Allora chi pagherà per il grave errore commesso considerando che le casse comunali hanno sborsato fondi che non dovevano. Chi e come le reintegrerà? Chi risponderà alla città per questa gravissima e colpevole omissione?

Sesto punto. Ribadiamo che l’asilo Baby Smile non può e non deve chiudere. L’amministrazione, con l’Assessore in testa, ha tentato di farlo già, trincerandosi dietro la sentenza del Tar. Ma la sentenza non ordina la chiusura, anche perché non si capirebbe perché non si è deciso di farlo già il 4 dicembre, il giorno dopo cioè la sentenza. Il Tar chiede alla Commissione di Valutazione di annullare i verbali di assegnazione del servizio e di rivalutare l’offerta della Società Amanthea espulsa, a loro dire, senza specificare le motivazioni. Sono trascorsi 3 mesi dalla sentenza: l’Amministrazione ha provveduto ad eseguire l’ordine del Giudice? La verità amara è che nessuno ha fatto nulla, c’è una gravissima inadempienza, non sappiamo se per ignavia, incapacità o scelta deliberata. Ma è lecito coltivare il sospetto che dietro questa incredibile dimenticanza si possa celare qualche altro affaire, penalizzando bambini, famiglie e dipendenti. In questa battaglia in particolare siamo a fianco delle famiglie e delle lavoratrici in un’azione comune con le stesse organizzazioni sindacali.

Settimo punto. Bisogna alzare il livello di verifica e di controllo del rispetto dei diritti delle persone che lavorano nelle strutture. Riceviamo, infatti, quotidianamente notizie di ritardi di pagamenti degli stipendi, di inadempienze contrattuali, di diritti elementari negati e violati. Un esempio è quello dei dipendenti della Coop. Helios che non ricevono la retribuzione dal mese di novembre, non gli riconoscono gli assegni familiari e si disconoscono financo i benefici degli 80 euro previsti dal provvedimento del Governo. Non si capisce come questo possa accadere se il Comune risulta avere versato fino al mese di dicembre e per 65 posti pur essendone di fatto impegnati solo 25″.

“Ribadisco infine – dichiara Simona Princiotta – la richiesta già avanzata insieme ad altri consiglieri comunali di varia estrazione di istituire una specifica commissione di inchiesta per valutare la regolarità del servizio e della sua gestione. Commissione di Inchiesta prevista per particolari e gravi casi dal regolamento comunale”.

“Per chiedere una urgente e rigorosa verifica – precisa Pippo Zappulla –  finalizzata al massimo della regolarità, trasparenza e utilizzo coerente delle risorse pubbliche ho presentato una specifica interrogazione al Ministro dell’Interno”.

“In conclusione crediamo – concludono il deputato nazionale e la consigliera comunale del Partito democratico – di avere posto quesiti, dubbi, richieste che meritano chiarimenti e risposte precise, non tanto per il rispetto nei nostri confronti, ma per tutelare i diritti  dei bambini, delle loro famiglie, degli operatori del settore. La città di Siracusa rappresenta una comunità di più di 120 mila abitanti, merita una gestione trasparente degli asili nido, una gestione che punti a migliorare la qualità del servizio avendo al centro il benessere e il bene comune che si chiamano bambini”.

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