Pasticcio regionali: attacchi da più fronti a Crocetta. La Castelluccio attacca anche Cafeo e Giuca

In seguito alla mini tornata elettorale, che ha causato non poche perplessità, sia sulle scelte burocratiche, sia sul piano politico, diversi sono stati gli attacchi e le accuse da più fronti riguardo alle strategie di Crocetta, riguardo alla scelta di utilizzare le vecchie schede con partiti ormai estinti o con candidati affiancati a partiti di cui non sono più i rappresentanti e, non da ultimo, le strategie interne al PD che hanno, tra le altre cose, coinvolto candidati di Pachino alle ultime elezioni comunali. Di tutto e di più è stato detto riguardo a queste elezioni, strane, anomale, che si sono appena concluse e che (pare) non hanno precedenti in Italia. Ciò vuol dire che, se un domani si dovesse ripresentare una situazione simile, e se qualcuno dei candidati di una qualsivoglia elezione dovesse presentare il suo legittimo ricorso al TAR e lo dovesse vincere, ci sarà il precedente, e questo sarà costituito dalle elezioni di Pachino e Rosolini. Delle anomalie ai limiti del paradossale mi sono già espressa in un altro articolo (leggi qui). In questa sede mi premeva soffermarmi sulle parole di Carmen Castelluccio, segretaria provinciale del PD, che, discostandosi dalle dinamiche e dai modi utilizzati in questa mini elezione, torna a ribadire la volontà di portare avanti un impegno concreto con i cittadini e con gli elettori mantenendo quel patto implicito tra questi ultimi e il partito stesso, che non si dovrebbe mai dimenticare.
La Castelluccio non disconosce le dinamiche di queste elezioni e anzi si accanisce su molti passaggi e attacca strategie e personaggi politici da Cafeo, a Giuca finanche a Crocetta: “La possibilità di entrare all’ambitissimo scranno del parlamento regionale dalla finestra dopo aver fallito l’ingresso dalla porta delle regolari elezioni del 2012 ha fatto scatenare il peggio che la politica politicante poteva mettere in campo” dice con secche parole in un suo lungo comunicato pieno di amare verità. “Da qui le alleanze trasversali – continua – di quanti a Pachino, dovevano recuperare la sconfitta subita dalla lineare e salutare recente vittoria del Sindaco Roberto Bruno, del PD locale e dei tanti cittadini pachinesi che credono al cambiamento e alla buona politica. Con assoluta spregiudicatezza autorevoli candidati del PD hanno chiesto il sostegno degli oppositori sconfitti dal Sindaco Bruno, candidato sindaco che si erano ben guardati di sostenere alle amministrative di Pachino. Le dinamiche deteriori delle correnti interne al PD hanno finito per coinvolgere lo stesso Presidente Crocetta che, con un tempismo senza precedenti, ha nominato assessore un giovane rosolinese nel tentativo, del tutto evidente, di dare il suo contributo a sostegno del candidato Cafeo con la complicità del sempre presente Giovanni Giuca, oggi vicino al PD, ieri candidato altrove… del doman non c’è certezza!” … Ebbene, le scelte di Crocetta sono state anche criticate da Raciti (“Discutibile è stato il comportamento del Presidente della Regione – così diceva proprio ieri Raciti – che invece di tenere le distanze da una scelta che riguardava gli elettori del PD, con le sue azioni ha trasformato questa mini-tornata elettorale nell’ennesimo referendum, ancora una volta perso” e da Cracolici che proprio ieri diceva: “Quando scendono in campo gli assessori di Crocetta, perdono: era già successo alle europee, è accaduto di nuovo alle suppletive di Siracusa. Mi chiedo quante altre volte il Presidente della Regione intenderà piegare il suo governo ad interessi elettorali e di parte, e quante altre volte dovrà essere sconfitto per capire che la sua ‘rivoluzione di carta’ è bocciata dai siciliani, e così non si può andare avanti”. Molti altri esponenti politici hanno preso le distanze dai comportamenti di Crocetta, presidente fin da subito risultato quantomeno bizzarro in alcuni modi di fare. Insomma, questa mini tornata elettorale rischia di mettere in crisi la maggioranza e quello che sembrava avere le sembianze di un referendum, di fatto forse lo è stato.
Una cosa è certa: si è trattato senza dubbio di una vicenda politica segnata da pasticci burocratici che forse andavano evitati. Ma, tornando alla Castelluccio, secondo la politica il PD non è solo questo e il direttivo provinciale ci tiene a comunicare a tutti gli elettori e a quanti ancora credono in una sana e costruttiva politica, fatta di ideali ma anche di fatti, di promesse ma anche di proposte, di dialogo e di crescita, che da qualche parte un Partito Democratico ancora esiste e il suo giovane esecutivo continua a battersi per delle piccole e grandi battaglie e per realizzare il reale cambiamento nel territorio. Forse possibile.

Ilaria Greco

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