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Uccisi i due siciliani ostaggio dell’Isis in Libia, lutto cittadino a Carlentini ed Enna

Palermo (Ansa) (03/03/2016) – I due siciliani sequestrati in Libia lo scorso luglio sono stati uccisi, uno dei due è della provincia di Siracusa.

La Farnesina ha spiegato che si tratta di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni ‘Bonatti’, rapiti nel luglio 2015, e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla.

I due italiani prigionieri dell’Isis sarebbero stati uccisi durante un trasferimento, alla periferia di Sabrata. Il convoglio sul quale si trovavano, secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, sarebbe stato attaccato dalle forze di sicurezza libiche e tutti i passeggeri sono morti. Le salme sarebbero state recuperate poi dai miliziani.

Salvatore Failla e Fausto Piano, sequestrati nel luglio 2015 e uccisi in Libia, secondo quanto si apprende da ambienti giudiziari, erano stati separati dagli altri due dipendenti della Bonatti sequestrati, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo. Dopo il sequestro dei quattro italiani la procura di Roma aprì un fascicolo per sequestro di persona con finalità di terrorismo.

Gino Pollicardo, di Monterosso (La Spezia), Fausto Piano, di Capoterra (Cagliari) , Filippo Calcagno, di Piazza Armerina (Enna) e Salvatore Failla di Carlentini (Siracusa) di erano stati rapiti lo scorso 20 luglio mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli, nei pressi del compound della Mellitah Oil Gas Company, il principale socio dell’Eni. L’intelligence italiana aveva accreditato quasi subito l’ipotesi che gli italiani fossero stati sequestrati da una delle tante milizie della galassia criminale che imperversa nel Paese. Un sequestro a scopo di estorsione, dunque, opera di criminali “comuni”.

La preoccupazione, quindi, è stata sin da subito di scongiurare che venissero ceduti, in ‘blocco’ o peggio ancora singolarmente, ad uno o più gruppi legati all’Isis, ormai infiltrato in diverse aree della Libia e molto interessato a gestire i sequestri, anche per i notevoli risvolti mediatici. Secondo una delle ipotesi accreditate nei mesi scorsi da fonti militari libiche, i quattro italiani sarebbero finiti “nelle mani di gruppi vicini ai miliziani di Fajr Libya”, la fazione islamista che ha imposto un governo parallelo a Tripoli che si oppone a quello di Tobruk, l’unico riconosciuto a livello internazionale.

Secondo questa ricostruzione, i miliziani avrebbero proposto uno scambio: i nostri connazionali con sette libici detenuti in Italia e accusati di traffico di migranti. Ma non c’è mai stata alcuna conferma e per mesi non ci sono state notizie. Secondo un testimone libico rientrato a Tunisi da Sabrata, i due italiani uccisi sarebbero stati usati come scudi umani dai jihadisti dell’Isis, negli scontri con le milizie di ieri a sud della città, nei pressi di Surman.

Un video di circa 30 secondi pubblicato sulla pagina del Media Center di Sabrata mostra diversi cadaveri in un appartamento, che si ritiene sia il ‘covo’ dell’Isis che le milizie locali affermano di aver preso di mira nel blitz di ieri sera a Sorman, alla periferia della città costiera dove sarebbero stati uccisi i due tecnici italiani della Bonatti Fausto Piano e Salvatore Failla. Nelle sequenze si notano alcuni corpi, mentre una voce fuori campo scandisce la conta dei morti, arrivando fino a 14. Ovunque cartoni e almeno un paio di sacchi a pelo di colore rosso, con i quali apparentemente gli occupanti dell’abitazione avevano messo insieme dei giacigli di fortuna.

Il Copasir fin dalle 9 di questa mattina si è riunito dopo che il sottosegretario con delega all’intelligence, Marco Minniti, aveva informato delle notizie riguardanti la morte di due ostaggi italiani in Libia.

“Renzi ha le mani sporche di sangue tanto in Libia quanto in Italia – afferma Matteo Salvini – . In Italia tifa e libera i delinquenti sull’immigrazione è complice del terrorismo internazionale. Mentre dalla Libia giungono delle notizie, Mattarella si vanta sull’ avanguardia dell’Italia: o sono matti o sono complici sia Renzi che Mattarella. Speriamo che le notizie che arrivano siano infondate”.

Il governo riferisca “ad horas” sulla possibile morte di due dei quattro ostaggi italiani e sulla “intera situazione in quel Paese”, ha chiesto alla Camera Renato Brunetta di Fi. Analoga richiesta, “con la massima prudenza per salvaguardare le vite degli altri due ostaggi”, è stata chiesta per il Pd da Lia Quartapelle.

Forte preoccupazione è espressa dal presidente del Senato, Pietro Grasso: “Vorrei esprimere la forte preoccupazione con cui seguiamo in queste ore le notizie di stampa relative al possibile coinvolgimento di cittadini italiani in eventi drammatici in Libia. In attesa di conoscere altri elementi -afferma – ci stringiamo con affetto alle famiglie e a tutte le persone che vivono momenti di ansia e sofferenza”.

(Redazione Ansa)

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