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ASILI NIDO: “SI CORREGGANO GLI ERRORI E TORNINO A SVOLGERE ANCHE UNA INSOSTITUIBILE FUNZIONE SOCIALE”

“Nell’ambito delle diverse indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Siracusa a vario titolo sul Comune capoluogo la Magistratura ha consegnato tre avvisi di garanzia relativamente al fascicolo aperto sull’attentato intimidatorio subito da Simona Princiotta  più di un anno fa. E’, a nostro avviso, questo un fatto nuovo che non può e non deve passare nel silenzio di una sorta di assuefazione da continui provvedimenti giudiziari. Non ci vogliamo certo sostituire ai magistrati né anticipare conclusioni che solo ai custodi della giustizia spettano,  ma non si può stare in silenzio rispetto alla gravità e alla portata degli avvisi”.

E’ questa una parte del lungo intervento dell’onorevole Pippo Zappulla e  della consigliera Simona Princiotta che ieri hanno incontrato i giornalisti per fare chiarezza su due punti in particolare: l’atto intimidatorio ai danni della stessa Princiotta e la questione asili nido.
“Il 12 agosto del 2014 – dice Zappulla – la donna, la mamma, la famiglia intera furono sconvolti da un gesto violento che colpiva, ancora prima che l’ambito pubblico, la sfera dell’intimità di una casa e di un nucleo familiare. Sono passati quasi 18 mesi in cui, nei meandri della peggiore politica e del più squallido gossip, si è tentato di accreditare le tesi più bizzarre ma anche le più offensive e insulse. Tutte ipotesi diverse dall’attività politica di consigliere comunale in una sorta di più o meno consapevole tentativo di distrazione e depistaggio delle indagini e al contempo di creare una coltre nebulosa e di confusione sull’accaduto e sulle vere cause e finalità. Oggi  la consegna dei tre avvisi di garanzia di un aspetto intanto fanno giustizia: tutti i fautori e latori di queste pseudo controinformazioni investigative dovrebbero provare un poco di imbarazzo e tanta vergogna, prima umana e poi politica. I mandanti e gli esecutori del vile gesto, si ritiene essere comunque direttamente riconducibili all’attività di consigliere comunale, alle prese di posizione, alle iniziative assunte sui vari temi e servizi della città. Agli inquirenti il compito e la responsabilità di indagare, di individuare le prove sostenibili in un processo; a noi, alla politica, all’opinione pubblica la certezza che, comunque vadano e si concludano le indagini, quella macchina davanti casa fu bruciata perché si voleva dire alla consigliera Princiotta che stava dando fastidio, che le sue azioni e denunzie non erano gradite, che era meglio si desse una calmata.
E’ chiaro che, così come abbiamo ripetutamente detto, attenderemo con fiducia e rispetto le conclusioni delle indagini a cui arriveranno gli inquirenti sulle altre vicende giudiziarie e su questa in particolare ma non poteva passare, a nostro avviso, solo tra gli addetti ai lavori la notizia che a tre soggetti (di cui allo stato sconosciamo i nomi) sono stati consegnati altrettanti avvisi di garanzia in merito all’attentato e che si è trattato di intimidazione legata all’attività politica”.

I due hanno poi affrontato l’altro punto, quello degli asili comunali, dicendo intanto di aver  scritto alla Corte dei Conti di Palermo per sollevare il caso e chiedere di essere ascoltati in audizione e facendo poi un lungo excursus: “Diversi mesi fa, quando era possibile migliorare il bando, insieme all’Associazione Culturale Articolouno, furono raccolte piu’ di 1.000 firme tra i genitori e le famiglie per chiedere all’amministrazione e all’Assessore al ramo di rivedere il bando per modificare il sistema delle tariffe salvaguardando e tutelando le fasce piu’ deboli ed esposte della società. Nulla da fare: si è preferito andare avanti con l’innalzamento delle tariffe raggiungendo il “capolavoro” di avere, a differenza degli altri anni dove si registravano lunghe liste di attesa, tanti posti liberi ed è ragionevole pensare proprio a causa dei costi troppo alti per molte famiglie costretti evidentemente a rinunziare al servizio.

E’ giusto dire, in tal senso,  che salutammo con grande soddisfazione la scelta assunta dal Comune di Siracusa di mettere a bando, dopo ben 14 anni di proroghe, sette strutture comunali con l’aggiunta di una nuova apertura. Bando pubblico che fu sostenuto con forza da piu’ parti e chiesto a gran voce con diversi interventi in consiglio comunale e con interrogazioni e atti di indirizzo in particolare uno proposto e presentato proprio dalla scrivente. Quello dello stop alle proroghe della gestione dei servizi e mettere tutto a bando pubblico era, peraltro, uno dei punti qualificanti del programma politico-amministrativo dello stesso Partito democratico e si colmava così un grave deficit programmatico. Il Bando prevedeva complessivamente 400 posti e il costo a carico del Comune procapite è di circa 700 euro con un costo annuo di euro 2.800.000. Il risultato di un sistema tariffario elevato e sbagliato è stato quello di avere allo stato ben 170 posti vuoti con l’aggravante che non è riscontrabile nel bando alcuna clausola di salvaguardia per il Comune in riferimento alla proporzionalità degli iscritti, esattamente nella fattispecie descritta.
Si è determinata così una condizione davvero paradossale: da un lato si sono disincentivate molte famiglie a  iscrivere il proprio bimbo  a causa di tariffe alte e dall’altro il Comune dovrà comunque pagare come se quei posti adesso vuoti fossero tutti completi, anche se molti restano vuoti. Il Comune e quindi i cittadini continueranno a pagare   per l’intera durata dell’appalto  cioè 3 anni il 40% circa di posti vuoti. Ci chiediamo se non è stato un pesante errore quello  di togliere la gratuità alle famiglie con reddito isee zero,  impedendo di fatto anche alle famiglie piu’ disagiate di utilizzare un servizio di tale importanza e delicatezza, cancellando di fatto un principio fondamentale del diritto di cittadinanza e  la funzione sociale che gli asili nido comunali possono e devono svolgere! Ci sono peraltro asili che su 60 posti disponibili hanno solo 21 iscritti  che divisi a sua volta nelle previste tre classi si riducono a 7 bambini mettendo in seria discussione così la stessa funzione educativa e di socializzazione. C’è da aggiungere un’altra problematicità con una domanda:  Perché è stato deciso di autorizzare l’apertura di un nuovo asilo?”

La conclusione dei due politici è quella che si dovrebbe intervenire e ripensare alla gestione complessiva del servizio. Come spiegato dai due, la 241 prevede la revoca per motivi di interesse pubblico e questo nel caso di un mutamento serio delle situazioni in origine, in tal caso la legge prevede un indennizzo che solitamente viene quantificato  nel 10%. Ben al di sotto di quanto il Comune dovrà pagare per posti vuoti. Insomma o si riducono gli asili nido o come noi sosteniamo con forza si reinserisca la gratuità del servizio per le famiglie piu’ disagiate a reddito isee zero.

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