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(VIDEO) 25 NOVEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. UN MARE DI OMBRELLI ROSSI PER DIRE NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

Due le iniziative promosse dalla Rete Centri Antiviolenza di Raffaella Mauceri per domani 25 novembre 2014 Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne: al mattino un emozionante flashmob, e nel pomeriggio un prestigioso seminario a cura della prof.ssa Graziella Priulla.
Mattino
Alle 10,00 le volontarie della Rete si daranno appuntamento davanti al Palazzo di Giustizia per dare luogo ad un flashmob e sfileranno in corteo sotto un mare di ombrelli rossi fino all’Ospedale Umberto 1°. Le manifestanti porteranno al bavero una coccarda con lo slogan “Ripariamoci dalla violenza, “parole – spiega la presidente Raffaella Mauceri – con le quali vogliamo esortare le donne a ripararsi dalla violenza aiutandosi fra di loro, senza contare più di tanto su questo governo che non le sa proteggere dalla violenza e salvarle dal femminicidio. Mentre infatti la politica ci riempie di chiacchiere, – continua – le donne continuano a morire assassinate e il fenomeno sta entrando in una mostruosa “normalità” quotidiana”.
Pomeriggio
Appuntamento alle 16,00 a Villa Reimann con la professoressa Graziella Priulla sociologa della comunicazione e docente presso l’università di Catania, che terrà un seminario su “Parole tossiche” titolo del suo ultimo libro. In coda al seminario, segue il question time
Iniziative in Sicilia
Nello stesso simbolico giorno del 25 novembre, il C.D.S. (Coordinamento Donne Siciliane che aggrega 26 associazioni contro la violenza operative su 82 comuni siciliani) fondato e diretto dalla Rete antiviolenza siracusana, mette a segno una serie di iniziative in giro per tutta l’isola: mostre fotografiche, mostre pittoriche, cineforum, tavole rotonde con e senza le istituzioni, spettacoli di prosa e di danza, concorsi a tema nelle scuole, un monitoraggio sulla somministrazione della pillola del giorno dopo (che a molte donne viene negata) e una rassegna cinematografica sulla sessualità queer e l’identità di genere a cura dell’associazione siracusana LGBT Stonewall.
Alcuni passaggi tratti dal libro “Parole tossiche”:
“Viviamo in un Paese dove non ci si stupisce se un politico si appella a un rivale chiamandolo “rompicoglioni” oppure a una ministra definendola “puttana” – dice la Priulla – Il turpiloquio è stato sdoganato. Le parolacce sono culturalmente legittimate nelle case, in tv e nelle istituzioni. Non è una faccenda di galateo ma un problema di frustrazione individuale e di mancanza di regole sociali. E i bersagli privilegiati sono le donne. Ad esempio quando alla Camera si discuteva la legge sulla fecondazione artificiale, una delle argomentazioni rivolte alle parlamentari fu questa: “Voi siete contrarie alla legge perché volete continuare ad essere scopate”
“In Europa c’è un evidente imbarazzo per l’omofobia italiana. Da noi è difficile far comprendere che il diritto di critica e la libertà di opinione non possono essere equivocati con la libertà di attacco alle persone. Da secoli alla demonizzazione del comportamento omosessuale si accompagna l’esplicito fiorire di termini ironici o spregiativi che spesso sono accompagnati dalla violenza fisica. L’accusa di essere gay rivela pregiudizi, ignoranza e l’incapacità di fare i conti con un’idea stereotipata di maschilità. Condiziona la possibilità che l’amore e la sessualità rientrino nella sfera dei diritti”.
“E’ di grande importanza strategica la declinazione al femminile e dire ministra, sindaca, avvocata ecc… perché solo così diventa ovvio naturale che anche le donne accedano a cariche e professioni una volta riservate solo agli uomini. La lingua è un potente motore di cambiamento”.


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