AvolaProvincia di Siracusa

|VIDEOI I Fatti di Avola: una pagina di storia da non dimenticare

Avola, 2 dicembre 2016 – Oggi Avola ha ricordato una triste pagina passata alla storia con il nome di “Fatti di Avola”. Una triste pagina consegnata alla storia non solo per la morte di due braccianti agricoli, colpevoli solo di chiedere un salario dignitoso, ma anche perchè dopo quel giorno, le cui vicende si sparsero a macchia d’olio in tutta la penisola italiana, molto è cambiato in ambito di diritti dei lavoratori.

La città di Avola ha voluto ricordare anche quest’anno, come ogni anno, quei tragici fatti. Alla presenza di diverse personalità civili, militari e istituzionali, al suono del “Silenzio” sono state deposte due corone di fiori: una sulla lapide posta sul luogo dei fatti, dove attualmente sorge l’ospedale g. Di Maria; l’altra nel ricettacolo del Palazzo di Città. Qui, il poeta locale Sebastiano Artale ha recitato con molto pathos la sua nuova poesia in vernacolo dedicata proprio ai fatti di Avola, terminando tra scroscianti applausi.

Poi nella sala Frateantonio il convegno organizzato dalla consulta giovanile a cui hanno preso parte il Sindaco di Avola, Luca Cannata, i segretari di Cisl e Cgil e tantissimi bambini delle varie classi delle scuole elementari della città.

All’interno della sala è stata allestita una mostra con i disegni e le poesie realizzate dalle classi terse, quarte e quinte elementari che raccontano, attraverso la freschezza e l’ingenuità proprie dei bambini, quei tragici fatti.

LA STORIA

2 Dicembre 1968 – 2 Dicembre 2016. Sono trascorsi 48 anni dai Fatti Di Avola, da quel tragico giorno in cui, durante una manifestazione di braccianti che rivendicavano un salario uguale a quello di altre zone d’Italia e, quindi, l’abolizione delle “gabbie salariali”, fu bloccata la strada statale 115 a Chiusa di Carlo e i celerini caricarono i dimostranti perché ebbero l’ordine di liberare la strada.

Durante lo scontro furono uccisi dalle pallottole due braccianti: Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia. Chiedevano trecento lire in più. La stessa paga dei braccianti di Lentini. Gli agrari rifiutarono di trattare con i sindacati. Lo Stato rispose con i mitra della polizia. I Fatti di Avola contribuirono a determinare un mutamento in tutta la nazione. I lavoratori ebbero riconosciuti maggiori diritti e forme contrattuali diverse. Nel 70 si arrivo’ alla formulazione dello Statuto dei lavoratori.

Negli anni successivi altri diritti del lavoro sono stati conquistati. Oggi, come allora, i “nuovi agrari” stanno imponendo altre regole, revocando man mano i diritti conquistati in anni di lotte sindacali. La precarizzazione del lavoro, il forte tasso di disoccupazione, l’alimentare il mercato di riserva dei lavoratori con i nuovi sfruttati: gli immigrati, l’abolizione dell’articolo 18 votata da rappresentanti di un Governo che di sinistra ha ben poco, stanno rinfocolando la protesta e gli scioperi. I temi delle lotte e delle conquiste sindacali in un paese negato allo sviluppo sono più che mai attuali.

 

QUI IN BASSO E’ POSSIBILE VEDERE IL VIDEO-SERVIZIO REALIZZATO PER IL TELEGIORNALE DI OGGI.

LA FOTO DI COPERTINA E’ DELLA NOSTRA AMICA CINZIA BIANCA, CHE RINGRAZIAMO.

Ilaria Greco

 

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