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Siracusa, dimissioni di Cafeo

Comunicate le dimissioni  di Giovanni Cafeo da capo di gabinetto del sindaco di Siracusa.

 

Nelle prossime ore procederò a protocollare le mie dimissioni da capo di gabinetto del sindaco di Siracusa. Chiudo un’esperienza impegnativa e complessa ma ricca di soddisfazioni perché mi ha consentito di occuparmi direttamente della mia città, dei problemi e delle sfide con i quali i siracusani si devono confrontare, e di farlo accanto al sindaco Giancarlo Garozzo che sta svolgendo il suo compito con grande serietà e impegno in un momento complesso, certamente il più difficile della storia recente del Comune. In questi due anni ho avuto modo di conoscere a apprezzare persone perbene e preparate dedite all’Amministrazione, dalle quali ho imparato molto: a loro il mio sincero ringraziamento.

Non esistono uomini indispensabili; in politica è importante comprendere in quale veste si riesce a dare meglio il proprio contributo all’interesse generale. Conciliare l’incarico di capo di gabinetto con quello di componente dell’esecutivo regionale del Pd – con delega al welfare, al lavoro e all’innovazione – si è rilevato più complesso del previsto. Il ruolo di capo di gabinetto mi sottrae al dibattito politico e, nell’attuale fase, ritengo di essere più utile al territorio e all’amministrazione comunale dedicando maggior tempo al partito, tanto a Siracusa quanto in Sicilia.

Il mio, inoltre, vuole essere un atto concreto di discontinuità. Chi, ancora in queste ore, pone problemi di posti in maniera strumentale per bloccare il percorso che con fatica stiamo portando avanti nel Pd, è servito. Tutti erano a conoscenza (anche i giornali ne avevano parlato) che ci sarebbe stato un avvicendamento tra Liddo Schiavo e Alfredo Foti, per cui non capisco la sorpresa di tanti importanti iscritti e parlamentari. Un avvicendamento, per altro, avvenuto all’interno di una sola componente e che non sposta equilibri. Scegliendo Foti (a meno che qualcuno non abbia qualche allergia al cognome) abbiamo scelto il candidato democratico più votato nel 2008 e nel 2013, e un amministratore che può occuparsi con competenza delle rubriche che gli sono state assegnate avendo presieduto per due anni la commissione consiliare Lavori pubblici e Urbanistica. Non comprendo davvero con quali organi statutari, in questa fase così fluida della vita del Pd, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto e potuto confrontarsi, così come non mi risulta che ci siano state consultazione in altri comuni guidati dal centrosinistra quando si è proceduto a cambi di assessori.

C’è forse dentro il partito un problema che riguarda il comune capoluogo? Vorremmo saperlo subito, così come vorremo sapere se ancora oggi c’è chi intende concludere un accordo di maggioranza sulla base di un congresso contestato. Nel rispetto dello sforzo che sta compiendo il segretario Raciti, che è conoscenza della nostra disponibilità a chiudere l’accordo così come con lui stabilito, è uno schema non più proponibile. Invece c’è la necessità che il confronto avvenga sui contenuti prima che sui nomi perché oggi i siracusani hanno solo bisogno di scelte il più possibile condivise. Scelte che toccano al partito che raccoglie la maggioranza dei consensi, che ha un’ampia maggioranza in consiglio comunale e che ha il dovere di governare al meglio una città importante come Siracusa.

Brucia ancora in maniera forte l’esperienza della Amministrative di Augusta. Dimostriamo di avere capito la lezione.

 

Redazione

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