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Sette giorni di protesta. Non mollano i dipendenti della ex Provincia. Continua l’occupazione di Via Roma e in tanti vogliono le dimissioni della Floreno.

NON SI FERMA LA MOBILITAZIONE DEI DIPENDENTI CHE ORA CHIEDONO LE DIMISSIONI DELLA FLORENO.

Sempre più esasperati, ma non stanchi, dopo sette giorni di protesta sfociata nell’occupazione della sede di Via Roma, i dipendenti del Libero Consorzio Comunale di Siracusa con quelli di Siracusa Risorse non vogliono mollare. Malgrado i tentativi della Commissaria Floreno di far rientrare tutto nella normalità quotidiana con l’invito premiale ai capi settori di rimettere un po’ di ordine nell’espletamento del servizio, molti non sono concordi nell’interrompere le azioni di lotta intrapresi con l’appoggio dei sindacati. Almeno sin quando non avranno rassicurazioni certe sul pagamento degli stipendi arretrati. La manifestazione di Palermo coi sindacati dello scorso venerdì non ha prodotto risultati significativi. Anzi, l’esito uscito dagli incontri con l’assessore Armao, ancora una volta, è stato quello di pazientare e attendere i trasferimenti. Quando ? Non è dato saperlo e questo significa per i dipendenti un aumento delle loro difficoltà economiche.
La sfiducia ormai è tanta. Sono tre anni che questa situazione va avanti e molte famiglie di dipendenti non riescono a mantenere gli impegni finanziari più impellenti.
La crisi, del resto, sta ricadendo tutta sulle loro spalle senza averne alcuna colpa. Stanno pagando un prezzo altissimo per il quale altri dovrebbero rispondere in prima persona. A cominciare da quegli stessi rappresentanti politici che non trovano ancora soluzioni e arrivando agli stessi Commissari straordinari che, se sono tanto inermi nel farsi portavoce risoluti di tanto disagio e nel non saper far fronte alle situazioni più critiche, dovrebbero avere il buon senso, almeno, di rimettere il mandato a chi glielo ha dato senza garanzie per una gestione ordinaria degli enti.
Ed è questo che i lavoratori chiederanno se non avranno novità sul pagamento dei loro stipendi: le dimissioni della Floreno.
Oggi, poi, si registra quella che può essere interpretata come una forte provocazione del Presidente della Città Metropolitana di Messina (anch’essa ex Provincia Regionale) Cateno De Luca, il quale ha disposto un periodo di ferie forzate per i dipendenti messinesi con la minaccia che, se entro 15 giorni non ci saranno novità dalla Regione e dallo Stato, li licenzierà. Una minaccia più che un provvedimento effettivo di là da venire perché lesivo dei contratti del pubblico impiego che gli potrebbe già costare caro, in quanto rappresenterebbe un palese abuso d’ufficio. La protesta dei sindacati e dei dipendenti sfociata in diffida, in tal caso, non si è fatta attendere.
E’ evidente che la situazione in Sicilia non può continuare così. La Regione subito, e il Governo centrale subito dopo, devono prendere in mano il problema. Non basta più giustificarsi col fatto che sono stati i precedenti governi a guida Pd a portare allo sfascio solo le ex Province Regionali siciliane. Anche perché, come è stato fatto pagare pegno alle ultime elezioni al Pd, alle prossime toccherebbe alle attuali forze governative pagare per il loro ingiustificato immobilismo. E a questo impegno, devono saperlo, non potranno più sottrarsi, soprattutto, i deputati regionali e nazionali dei 5stelle e del centrodestra. Da mesi sono loro con i loro leaders a decidere e a far politica a Roma e a Palermo.
A Salvini può fregar di meno della Sicilia, dato le sue radici ideologiche e storiche in difesa del Nord. Ma agli altri no !

Si assumessero le giuste responsabilità nei confronti non solo dei dipendenti ma, soprattutto, nei confronti degli studenti degli istituti superiori e di tutti quei cittadini che sono stati privati di tanti servizi essenziali.
Mai dipendenti pubblici sono stati trattati in questo modo senza che ne avessero alcuna colpa.
Il prezzo che ne stanno pagando è altissimo, per questo la protesta non rientrerà facilmente in una paventata normalità.

Il disagio che vivono i dipendenti con le loro famiglie è troppo. Tanto che sta superando la loro stessa rabbia fino a chiedere loro stessi di chiudere i Liberi Consorzi comunali siciliani se non si hanno le capacità di gestirli.

L’occupazione resta e domani decideranno su come procedere per rivendicare il loro diritto al lavoro e allo stipendio.

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